A cura di Life Strategies
Non si può dire che questi ultimi anni non siano stati contrassegnati da evoluzioni, stravolgimenti, trasformazioni: nel lavoro, nella salute, nella convivenza sociale e nelle relazioni. Ma quando le cose ritornano alla normalità, ognuno di noi tende a rientrare nella propria comfort zone: ed è proprio qui che ci blocchiamo.
Ma cosa serve davvero per cambiare?
Secondo Paolo Borzacchiello, uno dei più apprezzati consulenti e formatori in comunicazione strategica e intelligenza linguistica, innanzitutto occorre sfatare alcuni miti:
– Forza di volontà: sicuramente un po’ serve, ma nel lungo periodo non porta grandi risultati. Non solo perché la sindrome dell’“Io voglio” non sempre è efficace, ma soprattutto perché rischia di impoverire le nostre risorse energetiche e di farci trovare, nel momento del bisogno, privi di forza e incapaci di fare quello che serve.
– Motivazione: Albert Bandura, psicologo del comportamento, afferma che avere qualcuno che creda in noi è una risorsa importante. Ma basare il nostro cambiamento solo sulla motivazione rischia di ritorcersi contro di noi. La motivazione prima o poi finisce se non conosciamo il modo in cui funziona il nostro cervello.
– Pensiero positivo. Va bene pensare in modo ottimistico, ma se non consideriamo tutte le cose che potrebbero andare male, non saremo mai pronti ad affrontarle. Se oggi siamo qui, sicuramente è perché i nostri antenati non hanno sempre e solo visto le cose in maniera ottimistica. La paura, infatti, è quella che consentiva agli ominidi di scappare di fronte agli eventuali pericoli. Non possiamo basare il cambiamento solo sul visualizzare e sull’immaginare le cose perché, se creiamo scenari troppo ricchi che non corrispondono alla realtà, alla fine rischiamo di avere più delusioni che altro.
Ma, quindi, che cosa cambia davvero le cose?
“Per fare delle cose che ancora non abbiamo fatto abbiamo bisogno di ormoni che non abbiamo in corpo.”
Secondo Borzacchiello, non possiamo cambiare comportamento se non abbiamo in corpo degli ormoni che ci permettano di farlo. Dobbiamo avere la capacità di fare cose che producano reazioni automatiche e prevedibili e che ci mettano nella condizione di fare quello che abbiamo in mente.
Non esistono ormoni buoni o cattivi. Anzi, la capacità riconoscerli e utilizzarli, insieme ai neurotrasmettitori e ai mix biochimici, rende le nostre relazioni più efficaci, sia a livello professionale che privato. Nell’attivare questi ormoni, ci vengono in aiuto 3 azioni da compiere:
1. Accendere il cervello
2. Selezionare il mix
3. Usare le variabili
Con Paolo Borzacchiello approfondiremo tutte le azioni che possono innescare il cambiamento in occasione del nuovo corso di Life Strategies, che si svolgerà a Milano e in diretta streaming. Clicca qui per scoprire tutti i dettagli!