Cosa portarci dietro dalla solitudine che abbiamo vissuto

solitudine

Nel suo libro La solitudine, lo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone parla di come siamo soliti pensare a questo “sentimento” come a una moneta che ha due facce. Da un lato c’è la solitudine ricercata, voluta, apprezzata. In questo caso, sostiene Nardone, “abbiamo ciò che i mistici per primi, filosofi e scienziati poi, infine gli psicologi, definiscono la via privilegiata per raggiungere stati elevati di coscienza, mettere in opera capacità creative e intuitive superiori e stati di trance performativa” (Nardone, Bartoli, 2019).

Qual è l’altra faccia della solitudine? È quella della solitudine disperata e disperante, che ha a che fare con l’abbandono, con il senso di perdita di persone e occasioni (di cui abbiamo parlato anche in un recente articolo), di estraneità e di smarrimento.

Una cosa è certa: il distanziamento sociale, in termini psicologici, ha significato fare esperienza di solitudine. Per alcuni, questa esperienza è stata più accentuata, per altri meno. Per troppi, la solitudine (unita a un mix di sentimenti e meccanismi che, per ragioni di tempo, non saranno oggetto di questo articolo) è ed è stata sinonimo di sofferenza.

Dalla solitudine una crescita piscologica

Come per molte altre cose, anche per quanto riguarda la solitudine, le due facce della medaglia non sono fine a se stesse. Che la si guardi dalla prospettiva “positiva” o da quella negativa”, lo psicologo e psicoterapeuta Giulio Cesare Giacobbe non ha dubbi: entrambe le facce della solitudine possono comunque condurre a una crescita psicologica. Il ritiro dal sociale e dalla socialità, la solitudine imposta e il rapporto forzato con noi stessi hanno significato spesso una cosa inevitabile: l’entrare in contatto con alcuni tratti della nostra personalità infantile. Ci siamo ritrovati a “combattere” con le nostre ansie e con i nostri disagi e a scoprire una frequente dipendenza nei confronti degli altri. Tutto questo non è altro che il nostro tratto “infantile”, un tratto che ci fa porre l’accento sul bisogno di qualcosa che non c’è.

Questo senso di inadeguatezza che sentiamo di avere nei confronti degli ambienti e delle situazioni, spiega Giacobbe, dipende dall’immagine che abbiamo di noi stessi, a livello inconscio. Si tratta di un’immagine che è forzatamente rimasta legata a quella infantile, di noi bambini.

Prima di vedere come e in che modo poter trasformare i tratti infantili in una personalità adulta, facciamo un passo indietro.

Solitudine non ti temo: cosa vuol dire crescere e diventare adulti?

Il professor Giacobbe è molto chiaro su questo punto: crescere significa innanzitutto diventare, non solo economicamente, ma psicologicamente indipendenti dagli altri. Dipendere psicologicamente dagli altri molto spesso si rivela fallimentare, perché ognuno ha già da occuparsi del proprio benessere. Non si tratta di egoismo, ma di sopravvivenza.

I tre stati dell’Io

L’idea dell’adulto proviene dal modello dell’analisi transazionale. Secondo questa idea, il comportamento dell’individuo viene analizzato tenendo in considerazione tre stati dell’Io, ognuno dei quali ha pensieri, emozioni e comportamenti. Tre stati che ognuno ha dentro di sé e che segnano l’esistenza dell’individuo: l’Adulto, il Genitore e il Bambino.

Oltre all’indipendenza psicologica, afferma il professore, diventare adulti significa sviluppare una stima e una fiducia assoluta in se stessi. È quest’ultima che ci permette di godere della gioia di vivere, di godere di ciò che ci circonda, senza pretendere cose che non ci sono e situazioni e rapporti che non possiamo avere o che non abbiamo, che è tipico della personalità infantile (dello stato dell’Io Bambino).

Al contrario, essere e diventare adulti significa assumere stabilità, sicurezza e fondazione in se stessi, che insieme conducono a un benessere e a un equilibrio psicologico.

Giacobbe ci parla dunque della possibilità di coltivare 3 poteri psichici (che si riflettono nei pensieri, nelle emozioni e nei comportamenti) propri dello stato dell’Io Adulto:

  1. La fiducia assoluta in se stessi
  2. L’indipendenza totale dagli altri
  3. La gioia di vivere

Questi 3 poteri sono quelli della personalità adulta da riconquistare. L’invito del professore è a richiamare continuamente questi 3 poteri alla mente e a cercare di realizzarli nella realtà: nelle situazioni, negli ambienti, nei rapporti.

Ogni volta che ci troviamo ad affrontare una difficoltà, un ostacolo, un problema, dobbiamo chiederci sempre: “Come si comporterebbe un adulto?”

“Devo comportarmi da adulto, se voglio essere un adulto.”

Ma cosa significa, in pratica, essere un adulto?

Una persona adulta è una persona felice, che gode di ciò che ha, che non si sofferma su ciò che non ha, che fruisce di tutte le situazioni e che affronta la vita con sicurezza di sé e con coraggio.

La chiave è rendersi conto che questa crescita è fondamentale per il nostro benessere. Il diventare adulti, continua Giacobbe, è alla base di ogni cosa: della crescita professionale, e quindi della carriera, dei rapporti con gli altri e delle relazioni sentimentali.

“Ve lo immaginate un bambino avvocato, medico, insegnante? Ecco, ne è pieno il mondo”.

Un bambino non può, non riesce, ad affrontare le crisi al lavoro, in ambito sociale e relazionale. Curando l’autostima, curando l’indipendenza e curando, soprattutto, quell’immagine di se stessi legati all’infanzia è possibile crescere. La solitudine che abbiamo vissuto forzatamente può non essere stata vana: dovremmo vederla come una sala in cui mettere insieme i pezzi della nostra personalità e nutrire la fiducia e l’indipendenza indispensabili per abbracciare la gioia di vivere. Indispensabili, cioè, per diventare adulti. Parlando così, sembra che più che di un uomo stiamo parlando di un super uomo. La verità è che siamo soliti immaginare la fiducia in noi stessi e l’indipendenza mentale come superpoteri. Non è così: sono tratti umani, non trascendentali, e come tali possono essere nutriti e coltivati.

Giulio Cesare Giacobbe ha approfondito questo tema in occasione del corso che puoi vedere cliccando qui!

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