A cura di Life Strategies
Se è vero che gli sconvolgimenti degli ultimi anni hanno costretto gli esseri umani di tutto il mondo a fare i conti con un cambiamento indotto, è altrettanto vero che, non appena abbiamo percepito un rientro alla normalità, tutti noi siamo tornati ad assumere quella tendenza tutta umana ad evitare il cambiamento volontario.
Ma perché è così difficile cambiare (anche quando lo vorremmo)?
Respingiamo il pensiero di qualcosa che evolve continuamente perché destabilizza, toglie sicurezza. È molto più facile, rassicurante e comodo pensare che le cose che vanno bene rimarranno così.
La maggioranza delle persone ama parlare di cambiamento, ma non è in grado di realizzarlo. Non si tratta di deficĕre: non ci manca una capacità specifica. La fisica e la biologia hanno visto che ogni sistema vivente, una volta raggiunto un equilibrio, tende a mantenerlo: si chiama principio di omeostasi.
“Tanto più è forte la vocazione al cambiamento, tanto più forte sarà la resistenza ad esso.”
– Giorgio Nardone
Secondo Giorgio Nardone, psicologo e psicoterapeuta che ha formalizzato il modello del Cambiamento Strategico, questo è il motivo per cui le persone, i singoli individui, le folle, le nazioni, hanno spesso difficoltà a cambiare, anche quando il cambiamento è positivo.
Basta osservare la biologia: Claude Bernard ha osservato il cambiamento negli organismi, dal più semplice, come l’ameba, a quello più evoluto, raggiungendo la conclusione che ogni volta che un sistema vivente raggiunge un momento di stabilità, tende a rimanere così.
In definitiva, tutti noi amiamo il cambiamento, ma nel realizzarlo opponiamo resistenza. Ma come si fa ad aggirare questa resistenza?
Molti mental coach hanno creduto nel potere delle visualizzazioni positive ma in realtà, secondo il Professor Nardone, esse vìolano la prima legge della biologia e il più delle volte portano all’effetto opposto. Chi di noi, in una fase buia della vita, non si è sentito incoraggiare a “pensare positivo”? Ebbene, gli studi dimostrano che, se una persona depressa viene incoraggiata a pensare positivo e non ci riesce, non farà altro che aumentare il proprio senso di inadeguatezza e negatività.
Del resto, come ampiamente spiegato da Martin Seligman, considerato il fondatore della psicologia positiva, il pensiero positivo fa bene a chi sta già bene, spinge a migliorare e non a risolvere situazioni: il miglioramento è una cosa, il cambiamento un’altra.
Miglioramento significa “perfezionare una cosa che già funziona”, mentre cambiare significa rompere un’omeostasi per giungere a costruirne un’altra, aggiungere qualcosa che può far evolvere, ma non distruggere.
Se c’è una cosa su cui concordano tutti gli studiosi di diversi orientamenti della psicologia e della medicina, è che il cambiamento in una persona avviene attraverso ciò che viene definita “esperienza emozionale correttiva”: un qualcosa che si vive concretamente e che crea un’emozione talmente forte da corregge il modo di percepire le cose precedenti, facendole evolvere in qualcosa di nuovo. Grazie a questo momento, chiunque di noi può assumere una nuova modalità di reazione e costruire una nuova realtà.
Parleremo delle emozioni fondamentali che regolano il comportamento umano e di molti altri temi negli appuntamenti di un’intera giornata, insieme al prof. Giorgio Nardone, a Milano e in diretta streaming.
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