Imparare a gestire il “critico interiore”

Critico interiore

A cura di Life Strategies

A tutti noi, nella vita, capita di ricevere critiche negative, ma le più terribili sono proprio quelle che rivolgiamo a noi stessi, quelle cioè che provengono dal critico interiore.

È qualcosa che può aiutarci a crescere?

Dipende da noi.

“Purtroppo, la spinta a intraprendere il percorso spesso la danno i problemi o i dolori – sostiene la mental coach Nicoletta Romanazzi – il che è un peccato, perché si potrebbe iniziare prima. Ciò aiuterebbe a scoprire prima quali sono le nostre risorse e il nostro potenziale e sfruttarlo nel modo migliore, anche solo per imparare a conoscerci meglio”

Infatti, il momento in cui sentiamo di aver maggiore bisogno di rivoluzionare le nostre vite è quello in cui siamo in stallo o ci sembra di essere sovrastati da un problema.

A volte, invece, basta un piccolo input per farci scattare e renderci più consapevoli, per iniziare a cambiare le carte in tavola a nostro favore.

Avete presente quelle mattine in cui, guardandoci allo specchio, sentiamo una voce nella nostra testa che ci dice quanto siamo brutti, incapaci, falliti?

Questa voce è con noi da sempre e può rivelarsi davvero utile, anche se, a primo impatto, potrebbe sembrare il contrario.

Per vari aspetti, la funzione di questo critico interiore è quella di proteggerci.

“Possiamo immaginarlo come una parte di noi – continua la Romanazzi – secondo la quale nasciamo sbagliati. E, quindi, questa parte di noi è preoccupata e pensa che se il mondo ci conoscesse davvero per quello che siamo ci abbandonerebbe”.

Di conseguenza, appena avverte che qualcosa in noi o nel nostro aspetto non è come dovrebbe si altera. E anche se il suo compito principale sarebbe di proteggerci e di garantirci un senso di appartenenza, il modo in cui interviene nelle nostre vite è solitamente molto diretto e forte, si potrebbe dire “a gamba tesa”, proprio quando meno ce lo aspettiamo.

Al critico interiore piace molto indurci a fare dei confronti tra noi e gli altri. Ma quella del paragonarsi agli altri è, purtroppo, una battaglia già persa in partenza, perché ogni volta c’è sempre qualcuno che ci sembra migliore di noi.

E nessuno è immune a questa voce interiore che ci critica costantemente ed è sempre pronta a fare dei confronti. Nel caso dei campioni sportivi, una delle prime cose che Nicoletta Romanazzi fa con i suoi atleti è metterli in guardia riguardo al fatto che, il giorno in cui saranno sul podio con la medaglia d’oro al collo, il loro critico interiore sarà lì pronto a sussurrargli: “Ti è andata bene, oggi i tuoi avversari non erano in forma, voglio proprio vedere come farai a mantenere questi risultati”.

La stessa cosa avviene nella vita di tutti i giorni, tanto nella sfera personale che in quella professionale. E il critico interiore è sempre portato ad esagerare, ma facendo così, invece di garantirci un senso di appartenenza, finisce per compromettere la nostra autostima, riempiendoci di ansie.

Come fare, quindi, perché la sua azione sia utile per noi e non logorante?

Prima di tutto, è necessario essere consapevoli che quella vocina interiore ha un potere emozionale forte, è in grado di influenzare le nostre emozioni e di cambiare effettivamente il nostro stato d’animo.

Dopodiché, bisogna ricordarsi che il critico interiore è solo una parte di noi, che nel momento in cui avverte il minimo pericolo si allarma ed inizia ad urlare.

Il nostro compito, allora, è quello di riportarlo in equilibrio. Solo così, infatti, potrà rivelarsi un incredibile compagno nel nostro viaggio di crescita e aiutarci continuamente a migliorare.

Infine, è importante non identificarsi con lui. E questo è molto semplice da fare.

Quando, per esempio, ci sentiamo bloccati perché ci sembra di non essere in grado di fare qualcosa, diciamo semplicemente a noi stessi: “Il mio critico interiore pensa che io sia incapace. È lui che lo pensa, non io”.

In questo modo manteniamo una corretta distanza e smettiamo di identificarci con lui.

C’è poi un altro strumento formidabile a cui possiamo ricorrere per poter gestire la relazione con il critico interiore nella maniera più efficace possibile: l’ironia.

Rivolgerci alla vocina in modo sarcastico, invece che lasciare che ci travolga con le sue paure e ansia, serve a prendere in mano la situazione e a gestirla adeguatamente.

“Tranquillizzare il nostro critico interiore è molto importante. Se capiamo la sua intenzione e lo utilizziamo per la sua
funzione positiva, può diventare un grande alleato”.

La paura più grande dell’essere umano è proprio quella della separazione, del non essere amato, del non essere accettato.

Per cui, quando ci troviamo in situazioni in cui non riusciamo, o pensiamo di non riuscire, a soddisfare le aspettative che gli altri ripongono in noi, il critico interiore va in tilt, inizia ad alzare la voce e a farci una grande pressione. Questa pressione, poi, si riflette anche nel corpo, impedendoci di esprimerci al massimo delle nostre potenzialità.

È bene, quindi, che siamo consapevoli di quello che ci sta accadendo, rendendoci conto che questa parte di noi vuole solo il nostro bene e sta solo cercando di proteggerci.

Quelli che percepiamo come pensieri negativi, in realtà, sono pensieri che nascono da questa parte, che sta cercando di proteggerci dal rischio di quella famosa delusione, dell’allontanamento e della separazione.

“È una parte che nasce quando noi siamo bambini, quindi va semplicemente accolta e ascoltata. Creando un dialogo con il critico interiore, infatti, sarà possibile abbassarne il volume e questo ci permetterà di procedere con maggiore serenità”.

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