Il comportamento infantile: cos’è l’infantilismo
“L’infantilismo”, dice Claudia Rainville, fondatrice della Metamedicina e grande esperta di psicoterapia a livello mondiale, “può essere definito come l’assenza di maturità affettiva caratterizzata da comportamenti egocentrici.”
Uno dei grandi benefici della Metamedicina è che ci aiuta a indirizzare a noi stessi le domande giuste per comprendere cosa c’è dietro un determinato disturbo o malessere, permettendoci così di prendere coscienza di ciò che sentiamo dentro e conferire un significato e un perché alla nostra manifestazione di disarmonia psicofisica.
Ma il prezioso lavoro di Claudia Rainville non si ferma qui. Dopo 10 anni di studio nel campo della microbiologia, si è dedicata all’approfondimento delle dottrine buddiste con maestri del calibro di Sathya Saï Baba e del Dalai Lama. Grazie alla capacità di fondere i contributi della scienza con la psicologia e le più antiche saggezze orientali, Claudia ha studiato e approfondito i meccanismi mentali e alchemici che ci fanno attirare sempre lo stesso tipo di persona: ha aiutato e continua ad aiutare migliaia di coppie.
Uno degli aspetti più comuni, e sottovalutati, che emergono nelle crisi di coppia è legato all’infantilismo, una mancata maturità che, se perdura nell’età adulta, crea un circolo vizioso di frustrazioni, delusioni e discussioni.
Come per altri aspetti, è il malessere interiore che, scatenando un disequilibrio personale, conduce a minare l’equilibrio di qualsiasi rapporto interpersonale. La Metamedicina ci insegna che possiamo servirci di un’indagine psicologica a ritroso per accedere a delle chiavi di lettura e comprendere così cosa accade dentro di noi quando ricadiamo negli stessi schemi di sofferenza. E non è raro che molti conflitti relazionali siano la punta dell’iceberg di conflitti interiori ben radicati e che possono sfociare in veri e propri malesseri fisici.
Il comportamento infantile: quando tutto parte dal singolo individuo
Il comportamento infantile generalizzato lo vediamo nella società, quando alcune personalità irresponsabili ed egoiste si preoccupano di soddisfare i propri desideri, senza tener conto degli altri individui e del futuro delle generazioni che verranno. Con questo modo di agire entriamo a contatto tutti i giorni ed è ben visibile, ad esempio, nella mancanza di rispetto nei confronti dell’ambiente.
Alla base di tutto ci sono le relazioni: tra colleghi, tra Paesi, all’interno della famiglia, della cerchia di amici e in coppia.
“La speranza di un cambiamento si può individuare all’interno della coppia la quale, raggiungendo un certo grado di maturità, potrà fare da esempio alla cerchia di parenti, amici e conoscenti, in modo particolare ai propri figli”.
Così scrive Claudia Rainville, aggiungendo di fatto un tassello fondamentale agli già importanti obiettivi della Metamedicina: lavorando sul singolo individuo, si può creare un cambiamento non solo sul suo benessere psicofisico, sul suo essere all’interno di una coppia, ma anche sulla società stessa.
La trasformazione, dunque, partendo dal singolo individuo, si protrae nella coppia e così via. Per comprendere pienamente la dinamica dell’infantilismo, Claudia ci racconta la storia di Bruno e Sonia. La storia di un matrimonio fresco, giovane, sereno, messo a dura prova da frasi quali: “Il tuo lavoro viene prima di me…”
Il comportamento infantile: “Il tuo lavoro viene prima di me…”
Bruno e Sonia sono una coppia appena sposata. Sono giovani e innamorati. Bruno, ci racconta Claudia Rainville, deve andare via una settimana per lavoro. Sonia, accompagnandolo in macchina, gli dimostra tutto il suo amore. Lo stringe a sé, gli dice che lo ama, che le mancherà. Succede che Bruno non chiama subito Sonia. Sonia continua ad aspettare la chiamata di suo marito, che però non arriva. Poi, Bruno finalmente la chiama, ma la contatta per chiederle di controllare una cosa per lui.
Bruno: “Ciao Sonia, tutto bene? Potresti andare nel mio studio, credo proprio di aver dimenticato un dossier molto importante: prova a guardare sulla scrivania, se per caso non trovi un fascicolo.”
Sonia: “È solo per questo che mi chiami?”
Bruno risponde sconcertato: “Ehm… Sì…”
Sonia a quel punto si arrabbia ancora di più e alza il tono della voce: “Se quei fogli maledetti sono così importanti per te, allora la prossima volta portateli dietro!” E così dicendo, riattacca il telefono in faccia al marito.
Bruno, sempre più sconcertato, si chiede: “Ma che diavolo ha oggi?” L’ultima volta che ha sentito Sonia era apprensiva, affettuosa, amorevole. Ora, si stava mostrando improvvisamente molto aggressiva. Bruno pensa tra sé e sé “cercherò quel dossier al mio ritorno”, pensando che fosse semplicemente il caso di lasciarla in pace, perché forse non aveva avuto una buona giornata o perché l’aveva sorpresa in un brutto momento. Non pensava minimamente che la sua aggressività fosse legata a lui, al fatto che non l’avesse chiamata. Tornando a casa, il giorno dopo, è felice di vederla. Prova ad abbracciarla, ma lei lo respinge.
Bruno: “Ma che ti prende?”
Sonia: “Niente.”
Bruno: “Ma, insomma, qualcosa dev’essere successo. Cos’hai? Cos’è successo? Quando sono partito eri tutta baci e amore. Ora ritorno e mi respingi. Che cosa c’è?”
Sonia: “Niente, non è successo niente. Magari sono solo stufa di passare la mia vita ad aspettare un uomo che ha sposato il suo lavoro! Un uomo che pensa prima ai suoi affari!!!”
Questa situazione non era nuova. Bruno aveva delle mancanze nei confronti della moglie che, a sua volta, invece di farglielo notare, si teneva tutto dentro. Il risultato era che, da un lato, Bruno non capiva i motivi dei distacchi improvvisi di Sonia, dall’altro che – almeno agli occhi del marito – Sonia appariva semplicemente lunatica e sempre sul piede di guerra.
Bruno, di fronte all’ennesimo muro alzato, pensa: “Se sapessi tu come sono stufo, io, delle tue crisi di nervi ogni volta che mi devo assentare per lavoro!” Lo pensa, ma non dice nulla. Si dirige verso il suo studio, ma Sonia fa in tempo a urlargli contro: “Ecco, sì! Vai pure nel tuo studio e, dato che ci sei, pensa magari a cercarti un altro posto dove andare a stare!”
A quel punto, Sonia parte con delle minacce di separazione.
Claudia Rainville ci racconta questa storia come un classico esempio di infantilismo, di un comportamento infantile nell’adulto che si riversa nella coppia. Bada bene, esattamente come per la storia di Bernard, non vogliamo con l’articolo parlare di colpe, di ragioni e di torti. Bruno avrebbe dovuto chiamare subito Sonia? Certo, diremmo noi. Sonia avrebbe dovuto dirgli cosa effettivamente la infastidiva? Certo, diremmo noi.
Lo sappiamo: la storia non si fa né con i SE né con i MA.
Ciò che ci interessa, attraverso l’intervento di Claudia Rainville, è analizzare il perché una coppia, giovane, innamorata, entusiasta, abbia rischiato un divorzio. Sonia, ci spiega Rainville, non ha mai pensato di comunicare fin dal principio ciò che le dava fastidio di Bruno. Accumulava i fastidi provocati dalle mancanze del marito, scegliendo inconsapevolmente la strada della chiusura, della vendetta, dell’accusa e della minaccia.
Proseguiamo con la storia di Sonia e Bruno nell’articolo successivo (che puoi leggere cliccando qui), in cui ti proporremo un piccolo esercizio (ideato da Claudia Rainville) per “testare” il livello del comportamento infantile e alcuni suoi suggerimenti per migliorare la qualità delle nostre impressioni, quelle poi che si ripercuotono nella nostra coppia.