A cura di Life Strategies
Non c’è persona intorno a noi che non ci dica quanto sia importante gestire efficacemente lo stress per migliorare la qualità della vita. Non a caso, quelli legati alla gestione delle emozioni, e delle tensioni che ne possono derivare, sono tra i temi più diffusi e trattati.
Comprendere quando lo stress è utile e quando no, e imparare a governarlo, è essenziale per fare in modo che diventi uno strumento che possiamo utilizzare a nostro vantaggio.
Lo stress: un meccanismo utile
Lo stress non è il nemico che molti credono. È un meccanismo di difesa e sopravvivenza che ci serve per affrontare sfide e situazioni difficili. Ad esempio, provare un po’ di stress prima di un impegno importante, sul piano professionale o personale, può aiutarci a rimanere concentrati e attivi. Tuttavia, lo stress va gestito con attenzione: bisogna sapere quanto ne serve, quando serve e come dosarlo.
Secondo Paolo Borzacchiello, è una questione di equilibrio.
Eustress vs Distress: la differenza tra stress positivo e negativo
Esistono due tipi di stress:
- Eustress (stress positivo): è lo stress che ci aiuta a essere più focalizzati e produttivi, motivati a raggiungere obiettivi, migliorare le nostre performance o adattarci a nuove sfide. Ad esempio, il leggero stress che proviamo mentre parliamo davanti a qualcuno ci permette di rimanere più attenti. L’ansia leggera e l’entusiasmo legati all’inizio di un nuovo ruolo professionale possono rappresentare un eustress. Di solito, in una circostanza di questo tipo, siamo maggiormente disposti a imparare, ad adattarci e a dimostrare le nostre competenze, vivendo l’esperienza come un’opportunità di crescita.
- Distress (stress negativo): è lo stress eccessivo o prolungato che può danneggiarci ed è spesso associato a situazioni percepite come opprimenti o fuori controllo. Può vivere una situazione di distress chi, al lavoro, ad esempio, lavora molte ore al giorno, con scadenze ravvicinate, mancanza di risorse adeguate o poca chiarezza su compiti e obiettivi. Oppure chi vive una tensione emotiva causata da sentimenti di rabbia, delusione o isolamento che possono avere ripercussioni negative sul benessere psicologico e fisico.
Riconoscere questa differenza è fondamentale per imparare a eliminare il distress e a sfruttare l’eustress.
Gestire lo stress in modo consapevole
Un mito comune sulla gestione dello stress è che dare libero sfogo alla nostra aggressività, lanciando cuscini, rompendo piatti o colpendo un sacco da boxe possa essere d’aiuto. La scienza dimostra che queste pratiche, in realtà, aumentano le tensioni che viviamo. Infatti, anziché ridurre l’aggressività, certi atteggiamenti le aumentano nel medio-lungo periodo.
Lo stress non deve essere demonizzato, ma compreso e gestito con consapevolezza. Imparare a dosarlo correttamente può fare la differenza nella nostra vita quotidiana.
“Così come dici, stai” è uno dei motti che secondo Paolo Borzacchiello assume una straordinaria importanza. Questo principio si collega al concetto delle metafore incarnate: il modo in cui definiamo lo stress determina il modo in cui lo viviamo. Se consideriamo lo stress un nemico da combattere, dobbiamo fare attenzione: questa visione non fa altro che aumentare la produzione di ormoni dello stress.
Il cervello limbico entra in allarme, l’amigdala – la ghiandola che ci protegge – si attiva in modo eccessivo, portando a reazioni che vorremmo invece evitare.
Cambiare il linguaggio per gestire lo stress
Uno dei metodi più efficaci e scientificamente validi per gestire lo stress è cambiare il modo in cui lo nominiamo. Evitiamo metafore legate alla guerra: niente nemici da combattere, battaglie da vincere o avversari da sconfiggere. Al contrario, utilizziamo termini più positivi e costruttivi: parliamo di percorsi da affrontare, opportunità da cogliere, sfide da gestire o situazioni da risolvere.
Questi frame aiutano il cervello a percepire le cose in modo diverso, rendendo la situazione più gestibile. In sintesi: scegliendo parole migliori, riduciamo lo stress e trasformiamo un problema in una situazione risolvibile.
Cambiare parole per cambiare ormoni
Il linguaggio che utilizziamo non solo influenza la nostra percezione dello stress ma anche gli ormoni nel corpo. Cambiare i termini che usiamo significa cambiare le reazioni chimiche del nostro organismo e, quindi, il modo in cui affrontiamo determinate situazioni.
Quelli legati alla gestione dello stress, dell’intelligenza emotiva e della “chimica” delle interazioni umane sono solo alcuni dei temi che affronteremo, nei nostri corsi, insieme a Paolo Borzacchiello. Scopri il prossimo appuntamento che lo vedrà protagonista, cliccando qui!
In questo articolo, invece, scopriremo alcune tecniche per ridurre lo stress e per allentare quella morsa che spesso ci impedisce di essere sereni e di dare il meglio di noi nelle circostanze che affrontiamo quotidianamente.