L’arte e la scienza di risolvere i problemi con il Problem Solving Strategico®

risolvere i problemi

Risolvere i problemi: ecco come con il Problem Solving Strategico®

Tutti noi siamo alle prese con difficoltà quotidiane, più o meno grandi.

Qualcuno forse si ritrova a gestire alcune tensioni sul posto di lavoro; altri, magari, vorrebbero capire come migliorare i propri rapporti familiari, o quale sia il modo più rapido per raggiungere un obiettivo personale. Qualunque sia il problema che vorremmo superare, quel che è certo è che tutti abbiamo bisogno di trovare soluzioni semplici anche ai problemi più complessi, per non lasciare che questi ci impediscano di vivere in modo sereno.

Il Problem Solving Strategico®, formalizzato dal professor Giorgio Nardone, rappresenta una tecnica avanzata che ci aiuta a risolvere in modo efficace anche le situazioni più complicate, davanti a cui, a volte, rischiamo di bloccarci. risolvere problemi

Per fare questo, Nardone suggerisce di utilizzare degli autoinganni strategici che ci spingano oltre le solite forme di ragionamento e i soliti tentativi ripetuti, consentendo alle risorse della nostra mente di emergere e di esprimere a pieno la nostra creatività.

Infatti, quando ci troviamo di fronte a una difficoltà – sia essa personale, relazionale o professionale – di solito utilizziamo qualche strategia già sperimentata con successo in passato.

Se la strategia scelta funziona, la difficoltà si risolve in breve tempo.

Se, invece, la nostra strategia non funziona come ci saremmo aspettati, continuiamo ad insistere, complicando ulteriormente la situazione iniziale. Così facendo, le tentate soluzioni messe in atto finiscono per alimentare il problema.

Per impedire che ciò accada, bisogna rompere questo circolo vizioso lavorando su come funziona il problema piuttosto che sul perché questo problema esiste, sulla ricerca delle soluzioni piuttosto che delle cause. In questo modo, il nostro punto di osservazione si sposta verso una prospettiva più elastica e funzionale, con maggiori possibilità di scelta.

Il genio, molto spesso, altro non è che la capacità di vedere le cose da una prospettiva non ordinaria, che è fonte di invenzione, di costruzione del nuovo. Alcune tecniche come il Problem Solving Strategico® sono benefiche in questo senso perché mantengono attivo il cervello che può atrofizzarsi, delegando al computer quello che dovrebbe fare la mente. Il metodo si distingue anche dalla logica aristotelica, proprio perché è stato costruito per gestire tutti gli aspetti emozionali che la logica non contempla. Il Problem Solving Strategico® si costituisce sulla base degli obiettivi e non su una teoria da rispettare, deve calzare in relazione alla realtà con cui interagisce, quindi cambia sempre, ma resta sempre uguale, ovvero le strutture restano le stesse, ma è l’applicazione che aderisce alla realtà.

 

I 7 passi del Problem Solving Strategico®

Il Problem Solving Strategico® si articola in 7 step. Vediamoli nello specifico:

1. Definire il problema concretamente

L’accento va posto su come il problema si presenta ora, in questo preciso momento, e su come funziona. Chiediamoci: cos’è effettivamente il problema? Chi ne è coinvolto? Dove si verifica? Quando appare? Come funziona?

In questa fase è utile anche immaginare come potrebbero percepire il problema altre persone che conosciamo bene, assumendo il loro punto di vista. Ciò apre la strada ad una percezione diversa e più ampia, dando al problema delle nuove prospettive.

2. Stabilire l’obiettivo

Una volta definito il problema, il passo successivo è quello di stabilire concretamente i cambiamenti che, una volta realizzati, risolveranno il problema. In questo modo avremo chiaro davanti a noi l’obiettivo e la realtà concreta che vogliamo raggiungere.

Chiediamoci: cosa è necessario toccare, vedere, sentire e provare affinché si possa dire effettivamente che il problema è risolto?

3. Valutare tutte le soluzioni fallimentari tentate fino ad ora

L’analisi di tutte le soluzioni tentate finora per risolvere il problema senza successo non è casuale. Cos’è, infatti, che mantiene alimentato un problema se non il suo tentativo fallimentare di combatterlo? Detto in altri termini, sono proprio le tentate soluzioni che mettiamo in atto ripetutamente ad alimentare il problema che vorremmo risolvere.

Concentrando l’attenzione su questi aspetti, capiremo cosa non fare e cercheremo soluzioni alternative.

4. La tecnica del come peggiorare

Questa tecnica consiste nel rispondere alla domanda: se volessi peggiorare ulteriormente la situazione invece di migliorarla, come potrei fare? Questo quesito gioca un ruolo importantissimo nella risoluzione, in quanto ha l’effetto di creare un’avversione verso tutte le possibili azioni fallimentari compiute in precedenza, aumentando la nostra motivazione al cambiamento.

5. La tecnica dello scenario oltre il problema

Grazie a questa tecnica possiamo immaginare nei dettagli lo scenario che si presenterebbe al di là del problema, una volta che questo sarà pienamente risolto o una volta che il nostro obiettivo sarà raggiunto. Dobbiamo visualizzare quali sarebbero tutte le caratteristiche della situazione ideale che si presenterà dopo aver realizzato il cambiamento strategico.

In questa fase l’immaginazione viene lasciata libera di costruire lo scenario, per poi selezionare gli aspetti realizzabili concretamente in seguito.

6. La tecnica dello scalatore o dei piccoli passi

La successiva cosa da fare è concentrarsi sempre sul più piccolo cambiamento da realizzare, proseguendo per piccoli passi.

Questa tecnica è definita “dello scalatore” perché segue il ragionamento di uno scalatore che vuole raggiungere la vetta: invece di studiare il percorso partendo dalla base della montagna, lo scalatore parte dalla vetta e procede a ritroso fino al punto di partenza. Questo serve per evitare percorsi fuorvianti rispetto all’obiettivo da raggiungere.

7. Aggiustare progressivamente il tiro

Se il problema fosse complesso al punto da richiedere diverse soluzioni in sequenza, è fondamentale non affrontare insieme tutti i problemi iniziando, invece, da quello più accessibile sul momento. Una volta risolto il primo, si passerà al secondo e così via.

Sarà così possibile aggiustare progressivamente il tiro, tenendo sempre bene a mente dove si vuole arrivare in concreto e agendo in modo dinamico per far fronte a tutti i cambiamenti che si potrebbero presentare lungo il percorso, fino a giungere alla soluzione stabilita.

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