A cura di Life Strategies
Spesso, nelle terapie di coppia, si parte dall’analizzare ciò che non funziona per poi arrivare a ciò che funziona. Secondo Giorgio Nardone, questo è un errore epistemologico molto grave, perché significa indurre ciò che è da ciò che non è. E indurre ciò che è sano dall’insano è un salto logico ancora più pericoloso.
Quali sono i fattori che costituiscono gli amori che funzionano e si protraggono nel tempo?
Osservando il comportamento degli animali monogami, come delfini, orche, orsi polari e lupi, si può notare come ogni anno a primavera, quando inizia la stagione della riproduzione, i maschi rinnovino il rito del corteggiamento. La femmina gioca nell’interazione col maschio come se fosse la prima volta. Secondo Paul Watzlawick, che ha fondato con Nardone la Scuola di Palo Alto, l’esistenza e la reiterazione di questo rituale è l’elemento che rende funzionale il “gioco di coppia” in quegli animali.
1. Il corteggiamento
Se si sposta l’attenzione sulla componente maschile, l’elemento che balza subito all’occhio in una coppia che funziona è il corteggiarsi reciprocamente in maniera costante, il far sentire il partner sempre desiderato. Sono questi “messaggi” continui ad alimentare il desiderio. Sessualità e desiderio si mantengono nel tempo. Ma, dato che lo stimolo persistente e ripetuto ottunde la sensazione fino alla noia, per far sì che il desiderio si accenda, occorre anche “coltivare” situazioni di distacco. Sono necessari momenti in cui lo “schema del corteggiamento” viene azzerato, per far sì che si possa poi ripartire da zero. Sono importanti anche i momenti di autonomia, vissuti in assenza del partner: per la legge del contrasto, infatti, è l’assenza dello stimolo ad accenderlo.
2. La complicità
È il secondo fattore che determina la felicità relazionale. Ciò non implica essere sempre d’accordo, ma rimanere alleati anche nel disaccordo, nel rispetto l’uno dell’altro. La complicità non è un dono, ma una conquista.
3. L’esclusività
Nel corso dei rapporti di coppia, soprattutto quelli più duraturi, è possibile che l’attenzione si sposti verso un’altra persona. Un rapporto funzionale è quello che, attraverso le intemperie della vita, sopravvive e si mantiene. Anche di fronte ai tradimenti.
4. Alternanza tra autonomia/indipendenza e complementarietà/scambio
Se nel rapporto di coppia non c’è un po’ di autonomia, il rischio è quello di incorrere in una relazione morbosa (come quella che si instaura tra vittima e aguzzino). Se c’è sempre indipendenza, siamo davanti a binari paralleli che non si incontrano mai. Il continuo alternarsi di queste situazioni, invece, rende la coppia dinamica e ciò esalta le sensazioni nello scambio tra i due partner.
Solo una percentuale minima di coppie riesce a rispettare tutti questi elementi. Le relazioni, infatti, non seguono quasi mai un percorso lineare, né è sempre possibile preservare simultaneamente l’equilibrio delle componenti che le rendono stabili e durature. Quando i rapporti di coppia incorrono in distacco, noia, mancanza di desiderio, complicità ed esclusività si incorre in ciò che viene definito disamore.
Quali sono i fattori del disamore?
Oltre al rovescio dei fattori di amore, ne esistono due specifici.
1. Il mutuo soccorso
Quando si sta insieme per mutuo soccorso, la relazione non può che condurre ad esiti negativi. Questa tipologia di rapporti è la più persistente nel tempo, oltre che la più frequente. In casi come questi, i partner si mettono insieme pur avendo rinunciato a mettere in pratica il desiderio. Si accontentano di ciò che possono avere, anche di una persona che non attrae del tutto, che non stimola abbastanza, ma che dà la sicurezza di “rimanere” all’interno della coppia. Le coppie che basano il proprio rapporto sul mutuo soccorso costruiscono una famiglia velocemente, per spostare l’attenzione dalla coppia ai figli. Così facendo, però, si espongono inconsapevolmente al rischio di vivere una crisi: pochi sanno che la maggioranza dei tradimenti avviene poco prima e subito dopo la nascita dei figli.
2. Il rapporto con la famiglia di origine
L’ingerenza dei genitori e la richiesta del partner di protezione da parte della famiglia. Rapporti morbosi madre-figlio, in cui la madre diventa la rivale della moglie, o madre-figlia, che diventa più importante di quella col marito. Negli ultimi 30 anni, le giovani coppie hanno perso la loro autonomia e l’ingerenza del nucleo familiare d’origine è la regola. Il 75% dei 35enni all’inizio del 2000 viveva ancora coi genitori; ciò impedisce loro di sviluppare un senso di piena responsabilità personale. Preservare l’esclusività diventa quindi molto arduo.
Come si mantiene alto il desiderio? Avendo cura di sé e dei propri modi, di come comunichiamo, anche attraverso lo sguardo. Il desiderio non si elemosina, ma si crea. Non si chiede, ma si induce. E quando un partner è troppo sicuro dell’altro, la relazione è già in crisi.
Il modo in cui raggiungere nuove aspirazioni nella sfera familiare, relazionale e professionale e come gestire le emozioni per dare il meglio di noi stessi sono solo alcuni dei temi trattati da Giorgio Nardone nel corso degli appuntamenti proposti da Life Strategies. Scopri il prossimo evento cliccando qui!