La paura dell’ignoto: ricominciare a vivere con il digiuno della negatività

paura dell'ignoto

Paura dell’ignoto e avversione all’incertezza

Gerard Hendrik Hofstede, antropologo e psicologo olandese, è stato uno dei pionieri nella ricerca incrociata delle varie culture del mondo. Il suo studio più noto, una poderosa ricerca svolta da più di 100.000 dipendenti dell’IBM, gli ha permesso di comparare le principali differenze culturali esistenti, sviluppando il cosiddetto modello Hofstede. È un modello che analizza i diversi paesi del mondo sulla base di cinque specifici parametri:

  1. Power distance (distanza dal potere)
  2. Individualism (individualismo)
  3. Long term orientation (orientamento a lungo termine)
  4. Indulgence (indulgenza)
  5. Uncertainty avoidance (avversione all’incertezza, che si traduce in paura dell’ignoto)

Nonostante le differenze culturali tra una nazione e l’altra siano ampie, esiste un denominatore comune che accomuna tutti i paesi. Si tratta del quinto parametro, l’avversione all’incertezza, di cui l’Italia con un punteggio di 75, ad esempio, mostra un’elevata tendenza ad evitare situazioni ambigue ed incerte.

La paura dell’ignoto, radicata nell’animo umano, rappresenta uno dei più grandi stressor degli individui; la perenne ricerca della sicurezza, di certezze e della felicità, invece, rappresenta l’obiettivo più importante della nostra esistenza. Prendiamo come esempio la situazione attuale che stiamo vivendo: mentre quella per il Covid-19, il contagio e la quarantena sono paure razionali (che portano con sé inquietudini interiori), chiudersi in se stessi, ripudiare la quotidianità e pensare negativo affondano le radici nella parte irrazionale della nostra mente e ha a che fare con qualcosa di molto più profondo come la paura dell’ignoto e la perdita di controllo. Sprofondare in questo abisso ci rende prigionieri della nostra mente alimentando in noi stessi un grande terrore.

La paura dell’ignoto: qual è la soluzione?

Tutti noi, nel corso della nostra vita, abbiamo assaporato l’aspro sapore dell’incertezza.

Paura, angoscia, inadeguatezza, indecisione: tutto ciò che non possiamo controllare ci avvilisce. Lottiamo allo stremo delle forze per raggiungere quell’idea di sicurezza che tanto bramiamo: una famiglia che ci ama, un tetto sotto cui dormire, una buona istruzione, una buona salute. Eppure, tutti noi abbiamo sperimentato la forza dirompente della vita: ti prende e ti destabilizza in un secondo, sgretolando progetti e ambizioni. Sfuggire all’ignoto non è la soluzione.

La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce
– Albus Silente – Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.

Quando ci abbandoniamo alla negatività vediamo tutto in bianco e nero, come se fossimo antagonisti della nostra vita. Paul McKenna, Ph.D in Scienze del comportamento, ipnoterapeuta ed esperto di psicologia di fama mondiale, suggerisce una tecnica per ridurre l’ansia e lo stress: la tecnica del “digiuno della negatività”, che consente di riavviare il nostro cervello, aiutandoci a creare un nuovo futuro privo di irrazionalità.

La tecnica del digiuno della negatività contro la paura dell’ignoto

Ho cominciato a impiegarla nel 1990 e quasi immediatamente ho notato un notevole aumento della mia sicurezza, della mia capacità di risolvere problemi e di raggiungere i miei obiettivi”, spiega McKenna a proposito della tecnica del “digiuno della negatività”.

Se per anni ci abbandoniamo alla negatività, ci programmiamo per essere negativi. Già nel precedente articolo (che puoi rileggere cliccando qui) abbiamo visto quanto sia fondamentale comprendere dove stiamo concentrando la nostra mente: occorre riprogrammare la nostra positività. Vediamo come.

1 – Chiediti cosa ti fa stare male e prendi nota dell’immagine, del suono o della parola che ti viene in mente

Ricorda, le emozioni sono come segnali che ci fanno capire quando dobbiamo fare più attenzione a certi aspetti della vita. Ogni sensazione corporea è legata a un’immagine interna, a un suono oppure alle parole che pronunciamo nella nostra mente.

2 – Ascolta il messaggio o l’intenzione positiva dell’emozione

Le emozioni negative sono semplici messaggeri inviati dalla mente e dal corpo per dirci che è ora di fare attenzione a qualcosa. Ad esempio, se qualcosa ci preoccupa e ci fermiamo a capire cos’è, ci si potrebbe presentare alla mente l’immagine di una riunione imminente. Il lavoro è uno delle fonti più comune di stress: scopri qui la storia di Marco. La mente sta cercando di metterci in guardia sulle cose che potrebbero andare male e così si assicura la nostra preparazione. Già in un precedente articolo abbiamo visto il ruolo centrale delle emozioni: cliccando qui puoi scoprire la tecnica dell’Havening e il ruolo delle emozioni per accrescere la sicurezza in noi stessi.

3 – Agisci seguendo il messaggio!

Per continuare con l’esempio precedente, possiamo compilare una lista di tutte le cose che potremmo fare per impedire a quei problemi di manifestarsi e attivarci almeno su uno di essi.

4 – Zittisci il messaggio

È un po’ come riattaccare il telefono o resettare l’allarme antincendio. Dopo aver ascoltato l’avvertimento della nostra mente, eliminiamo ogni colore dall’immagine, la rimpiccioliamo fino a darle le dimensioni di un francobollo per poi allontanarla. Se l’immagine si ripresenta, vuol dire che c’è ancora qualcosa di cui dobbiamo tener conto, perciò è bene scoprire di cosa si tratta.

5 -Programma il futuro che desideri

Infine, immagina che gli eventi si svolgano esattamente come desideravi. Per riprendere l’esempio della riunione aziendale che ci spaventa, la chiave, spiega McKenna, è crearci un film mentale, a tinte vivaci e con immagini grandi: immaginiamo che andrà perfettamente e seguiamo il film fino a vederlo concludersi felicemente.

Non perdere l’articolo di domani, sempre ispirato alle ricerche di Paul McKenna, che vanta tra i suoi clienti campioni olimpici, imprenditori di successo e stelle del cinema, come Robbie Williams, Courtney Love e Naomi Campbell.

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