Destino, Disobbedienza e Desideri: come smettere di dire “Se avessi…”

Destino, Disobbedienza e Desideri: come smettere di dire “Se avessi…”

A cura di Life Strategies

Quante volte iniziamo una frase con “Se…”. “Se avessi scelto un’altra facoltà…”, “se avessi aspettato a sposarmi e ad avere figli…”, “se avessi tentato un’esperienza all’estero…”. La tentazione di interrogarsi sulle nostre scelte e su cosa ci ha fatto deviare dai nostri sogni è forte. Sembra quasi che un fattore esterno condizioni la nostra libertà. Ma, forse, questa convinzione ci aiuta solo a evitare di ammettere che siamo stati noi stessi a permettere che le cose andassero in un certo modo.

I convincimenti del Destino

Durante una delle straordinarie giornate trascorse con Igor Sibaldi, abbiamo scoperto che siamo proprio noi, per convenzione, necessità, pressioni familiari o paura, a compiere certe scelte, attribuendole a un Destino indefinito. Questo accade perché siamo stati educati al “dover essere”. E ciò non succede solo a chi non ha un talento spiccato: riguarda tutti noi.

Lo stesso Igor, da giovane, ha trascorso dieci anni a lavorare come traduttore, mentre il suo vero sogno era scrivere. Durante quel periodo si sentiva mediamente infelice, ma quando finalmente si è dedicato alla scrittura, improvvisamente una serie di circostanze favorevoli si sono allineate. Perché? “Perché stavo facendo davvero ciò che mi piaceva.”

Cosa ci piace davvero?

Mentre il senso del dovere è chiaro e diffuso, il senso del desiderio è molto più complesso da comprendere, soprattutto da adulti. Il desiderio funziona solo quando smette di essere una flebile speranza (tipica di chi tentenna) o un’illusione (tipica di chi non ripone nemmeno la speranza che qualcosa possa effettivamente capitare), e diventa libertà: la libertà di desiderare. Ma come facciamo a riconoscere un vero Desiderio, se spesso ci accontentiamo di ciò che è a portata di mano? Dalla reazione fisica che esso genera: il sorriso, irresistibile segnale di felicità autentica.

Un errore comune è confondere il desiderio con l’invidia. L’invidia, al contrario, non genera sorrisi ma frustrazione. È un “disturbo” della visione: invece di guardare ciò che ci piace davvero, ci ritroviamo a desiderare ciò che vedono gli altri, smettendo di vedere il mondo con i nostri occhi. E dopo anni di questo meccanismo, ci rendiamo conto che la vita che viviamo non è la nostra.

Disobbedienza, scoperta e desideri per superare il Destino

Gli ostacoli che ci impediscono di desiderare sono numerosi: la tecnologia, la pubblicità, l’odio. Cosa aiuta, invece, a desiderare? Un esempio illuminante è Pinocchio. Lui non smette mai di desiderare, non si lascia influenzare, nemmeno dalla Fata Turchina o dal Grillo Parlante. E alla fine compie un miracolo, proprio perché non smette mai di “vedere oltre”.

Per desiderare serve anche un pizzico di Disobbedienza e coraggio: la capacità del cuore di ampliarsi, la volontà di vedere oltre. Dall’epoca di Darwin in poi abbiamo premiato lo spirito di adattamento, ma per creare qualcosa di nuovo – che è il vero significato della creatività – occorre sentire la mancanza di qualcosa e avere il coraggio di disobbedire a noi stessi. Quando iniziamo a farlo, scopriamo aspetti di noi che non avevamo mai visto prima.

“Quello non sono più io, sono più di me.”

Igor Sibaldi

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