Il 2017 si apre con una grande perdita per il panorama culturale contemporaneo: il 9 gennaio ci ha lasciati il celebre sociologo Zygmunt Bauman.
Polacco, Bauman scampò alle persecuzioni razziali e fu testimone del crollo delle ideologie politiche, della globalizzazione, della crisi economica internazionale e della rivoluzione digitale.
Un veloce susseguirsi di cambiamenti epocali che l’hanno portato a teorizzare il passaggio dalla società solida, caratterizzata da senso di stabilità e da quadri politici rigidi e autoritari, a quella che lui stesso coniò col termine di società liquida, in cui dominano incertezza e precarietà.
Tratto distintivo della società liquida è il continuo mutamento: proprio come l’acqua assume ogni forma e penetra in ogni fessura, allo stesso modo i fenomeni sociali odierni non sono circoscritti da confini precisi, ma si estendono capillarmente e investono aree molto distanti tra loro, con una rapidità mai vista prima.
Pensiamo, ad esempio, ai mercati finanziari, che risentono di congiunture politiche e di conflitti ovunque essi si svolgano, intaccando il nostro benessere economico in modo diretto.
Uno scenario per certi versi inquietante, riassunto nella frase che il sociologo pronunciò in riferimento al periodo bellico: “Allora la gente era ottimista, vedeva la luce alla fine del tunnel. Le insicurezze erano temporanee. Ora invece ci rendiamo conto che l’insicurezza è per sempre”.
Questa riflessione, così categorica, solleva un interrogativo fondamentale che tocca da vicino ciascuno di noi: come può l’uomo orientarsi in un presente vago al punto da rendere il concetto di libertà, per cui tanto si è lottato, un sinonimo di caos e paura di decidere?
Rispondere non è semplice, tuttavia la soluzione esiste, ed è acquisire una maggior flessibilità nell’interpretazione del reale.
Cosa significa?
Vuol dire sfruttare tutte le occasioni che l’ambiente ha da offrirci, senza escluderne nessuna a causa di paure o dubbi che influenzano le nostre azioni e decisioni.
Se le precedenti generazioni programmavano il futuro secondo uno schema piuttosto rigido, questo oggi è impensabile: basta guardare quanti giovani laureati in Italia decidono di avviare un’azienda agricola, o quanti padri di famiglia, dopo anni di lavoro, decidono di trasferirsi in un altro Paese per ricominciare da zero.
Queste persone dimostrano sia di avere una percezione del reale molto elastica e libera da pregiudizi, sia di fare esperienza diretta delle opzioni che l’ambiente pone sul loro percorso.
Questa è la differenza sostanziale tra chi vede nell’incertezza un ventaglio di possibilità da cogliere e chi, invece, un fattore che blocca le scelte personali.
Per potenziare questa capacità, insita in tutti noi, si può partire da semplici esercizi quotidiani.
La Terapia Breve Strategica, approccio innovativo alla soluzione dei problemi sviluppato dagli psicoterapeuti Giorgio Nardone e Paul Watzlawick, può aiutarci a reagire alle circostanze che la vita ci presenta in modo più flessibile, combattendo la paura di decidere che blocca il cambiamento.
Un esercizio rapido ed efficace per superare le proprie paure è il seguente:
- scrivete su un foglio le paure che vi trattengono dall’intraprendere un cambiamento che vorreste attuare. Ad esempio: “vorrei trasferirmi in un altro Paese per lavoro ma temo di non essere capace di imparare una nuova lingua abbastanza in fretta”;
- iniziate a mettere in pratica le azioni che vi porterebbero a raggiungere l’obiettivo, partendo dalla più semplice: nel nostro caso, si potrebbe scaricare un’app per la didattica della lingua che permetta di interagire con altri studenti, oppure seguire una serie tv in lingua originale con sottotitoli che ne facilitino la comprensione. Nel farlo, ogni giorno, scrivete i timori che nutrite verso la giornata che affronterete: nella nostra ipotesi, una delle paure quotidiane potrebbe essere: “temo che lo studio si riveli più difficile del previsto e che ciò mi scoraggi”;
- al termine della giornata controllate quante delle vostre paure si siano effettivamente realizzate e come le avete gestite. Tornando all’esempio dello studio, infatti, si potrebbe scoprire che questo non si è affatto rivelato difficile come si temeva, anzi: potrebbe essere risultato addirittura più divertente di quanto presunto;
- continuate con questo esercizio giornaliero: stilate sempre nuovi elenchi di piccole azioni necessarie a raggiungere obiettivi intermedi che, col tempo, porteranno a raggiungere lo scopo finale, ed esaminate di volta in volta come risolvete i relativi timori. Otterrete così una serie di problemi e soluzioni che vi dimostrerà che siete perfettamente in grado di gestire tutti i passi indispensabili per arrivare alla meta desiderata.
Vi renderete conto che la paura spesso non è determinata da un problema concreto, ma è frutto di scarsa fiducia in se stessi: questa consapevolezza vi spingerà col tempo a sperimentare tutti quei piccoli grandi cambiamenti che finora avete rimandato.
Possiamo perciò concludere che la domanda da porsi non è tanto “come può l’uomo orientarsi in un presente così indefinito?” , bensì “come può l’uomo far sì che l’incertezza del presente rappresenti uno stimolo al cambiamento anziché un ostacolo?”.
La risposta è racchiusa nella cognizione che non esiste un momento ideale per avviare il proprio sviluppo personale: il potere di realizzare concretamente i propri obiettivi è nelle mani di ciascuno di noi, e stabilire quando e come farlo è una nostra scelta.
È arrivato il momento di superare la paura dell’incerto, smettere di rimandare le decisioni che ci spaventano e prendere il controllo della nostra vita: ora che sappiamo come farlo sta solo a noi iniziare!
Immagini tratte da Google immagini.
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