A cura di Life Strategies
Quando compiamo il surrender (abbiamo iniziato a parlarne in questo articolo) ci stiamo ponendo in un atteggiamento di accettazione nei confronti di un evento, che non è un atto di accettazione di tipo mentale. In questo caso, non è richiesto sforzo da parte nostra: occorre solo includere l’evento e riconoscerlo come specchio della nostra anima.
È come dire a noi stessi: “Ecco ciò che io sono”.
Se siamo in grado di fare questo, riconoscendo che l’evento è una nostra proiezione, includendolo, finiremo per annullare la distanza e diventeremo noi stessi l’evento. Quindi, non sentiremo più la necessità di giudicarlo e analizzarlo, ma semplicemente lo vivremo così com’è.
Le emozioni che non fanno più male
Accettiamo di vivere l’emozione che l’evento porta con sé, ma senza giudicarla perché, se ci limitiamo solo a fare esperienza delle emozioni che viviamo, possiamo far crollare l’inganno esercitato dalla mente. Le emozioni non potranno più farci male, ma si trasformeranno in pura forza ed energia, grazie alle quali arriveremo a superare la gabbia dell’Io, ampliando sempre più la nostra consapevolezza.
Questo è fondamentale per cambiare la relazione che abbiamo con l’evento e fare in modo che l’evento stesso si pacifichi.
Per farlo diventa assolutamente necessario che rinunciamo a vedere l’evento come un qualcosa di negativo che ha prodotto un trauma nelle nostre vite, ma, al contrario, è bene che iniziamo a considerarlo per quello che è realmente.
Partiamo dal cambiare la relazione che abbiamo instaurato con l’evento. Se si tratta di una relazione di paura, basata sul giudizio e sull’analisi, ossia una relazione di tipo mentale, dobbiamo essere in grado di uscirne. Quello che dobbiamo fare è spegnere la mente e accendere la luce del cuore, avendo fede di arrivare a compiere l’atto del surrender, includendo l’evento in noi, per quanto terrificante possa inizialmente apparire alla mente.
L’evento può apparire in una luce positiva o negativa a seconda della relazione che instauriamo con esso. Se si tratta di una relazione in cui prevale la paura e il giudizio, l’evento continuerà ad essere perturbato, una ferita aperta che non cessa di consumare la nostra energia. Se, invece, troveremo il coraggio di smettere di fuggire e di affrontare quella ferita, consapevoli di poterla risanare grazie alla consapevolezza, allora cominceremo a vedere l’evento in una nuova luce, estremamente positiva, poiché è proprio grazie alla presenza di quella ferita che possiamo diventare ancora più unici e preziosi.
“Tu devi renderti invincibile e per farlo devi riparare le ferite del tuo passato con la polvere d’oro della consapevolezza”.
Diventeremo invincibili nel momento in cui abbiamo liberato dal giudizio mentale tutti gli eventi che abbiamo alle spalle, conducendoli oltre l’idea del bene e del male, trasformando la relazione che abbiamo instaurato con essi, specialmente quando si tratta degli eventi perturbati, così che, una volta pacificati, saremo in grado di includerli in noi.
Abbiamo approfondito come compiere il surrender insieme a Selene Calloni Williams sabato in un corso dal titolo: “Kintsugi: Ripara le ferite dell’anima e rendi più prezioso ogni istante della tua vita”, di cui puoi rivedere la video registrazione cliccando qui!