Il ruolo dei neuroni specchio nelle relazioni

Il ruolo dei neuroni specchio nelle relazioni

A cura di Life Strategies

Relazioni: il ruolo dei neuroni specchio

Per quanto l’essere umano faccia il possibile per distinguersi dagli altri e diventare un individuo unico, i meccanismi di formazione della personalità e quelli delle relazioni, sia sani sia patologici, prevedono il continuo rispecchiamento.

Attraverso il rispecchiamento, apprendiamo dagli altri facendo nostre alcune loro caratteristiche, reazioni, modi di pensare, e proiettiamo all’esterno quelle nostre caratteristiche che non sono accettate in famiglia o socialmente, oppure che non osiamo mettere in campo per via di sensi di colpa e di inadeguatezza.

Proiettando, attribuiamo agli altri le nostre aspettative, le ombre, i traumi, le carenze, gli auto-giudizi.

I neuroni specchio ci permettono di attivare le aree cerebrali coinvolte durante lo svolgimento di un’azione semplicemente perché la vediamo svolgere da qualcun altro. Questo permette di apprendere più velocemente un’azione guardandola, come succede ad esempio per uno sport. Allo stesso modo, esporci a stimoli negativi ci fa “fare” a livello neuronale quello che stiamo guardando.

Relazioni tossiche

Tutto ciò ci porta a fare profonde considerazioni sulla selezione degli stimoli a cui esporci, con particolare attenzione alle relazioni, soprattutto quelle tossiche.

“Ogni giorno possiamo imbatterci in vampiri psicologici,
che si differenziano da quelli dei film horror perché,
invece di succhiare il sangue, si limitano a produrre
nelle loro vittime cali di energia e, a tal fine, usano
il bisogno di approvazione. Alcuni di loro lo fanno consapevolmente, altri no; ma la tecnica è in tutti uguale.
Basta uno sguardo,
con cui quei vampiri ti comunicano che sono scontenti di te:
d’un tratto, la tua attenzione è polarizzata da loro; magari
non hai avuto neppure il tempo di pensare: «Ma perché mi disapprova?» eppure il vampiro sta già diventando per te sempre più importante, perché hai lasciato che ti giudicasse. E tu, ai tuoi occhi, conti sempre meno.
La sua importanza sale, la tua energia personale scende. E,
se gli rimani accanto, tu diventi suo.”
Igor Sibaldi, Agenda degli Angeli

La personalità e i modelli di relazione

La personalità, l’identità del bambino e la relazione con noi stessi si formano grazie al tipo di relazione instaurata con i genitori e con le figure di accudimento, come dicevamo in un articolo precedente che puoi leggere cliccando qui.

Successivamente, crescendo, i bambini apprendono e inglobano attraverso meccanismi di introiezione e di identificazione i comportamenti, le reazioni, le caratteristiche delle loro guide di riferimento (puoi leggere l’articolo a riguardo cliccando qui) e, da adulti, tenderanno ad applicarli nelle relazioni insieme ai modelli già appresi nelle fasi dell’attaccamento.

Quindi a monte ci formano le relazioni passate e, a seconda di come ci siamo formati, a valle diamo forma alle future relazioni in un continuo gioco di specchi.

Relazioni: “io sono te e tu sei me”

 L’individuo è in stretto collegamento con gli altri individui, come in un tessuto continuo che scorre tra sé e gli altri nelle relazioni, come se in tanti meccanismi psicologici si ripetesse il principio: “io sono te, tu sei me”, per il quale ripetutamente si “copia” dagli altri e si proietta sugli altri.

È come se qualcuno dentro di noi dicesse:

“Io divento come te, per le cose che mi piacciono di te per, per apprendere, per imitarti, per tenerti vicino a me. Io divento come te per le cose che non mi piacciono di te in modo che le accetterò e ti accetterò. Le cose che mi danno fastidio e mi creano conflitto, che non mi piacciono di me, oppure che mi hanno insegnato che non sono buone, che ho messo nell’ombra, le proietto su di te per allontanarle da me. La persona che ho paura di essere la proietto su di te, così evito di sentirla in me, e la sento su di te e la odio oppure l’adoro vistosamente, rispettivamente, per allontanarla da me oppure per tenerla vicina a me.”

L’altro: un continente sconosciuto

Entriamo e ci incamminiamo nelle relazioni alla scoperta dell’altro, come in un viaggio esplorativo in un continente sconosciuto. Eppure, se osserviamo in profondità, la relazione è un viaggio all’interno di parti sconosciute di noi, perché le parti dell’altro sono le stesse nostre parti, e in questo modo entriamo in contatto con parti interne di noi.

Simpatie, antipatie, adorazioni e indifferenze riflettono doti oppure difetti che abbiamo messo nell’ombra. Osservare la nostra ombra permette una maggiore nostra “individuazione”, come direbbe Carl Gustav Jung.

“L’Ombra è un’ipotesi di C.G.Jung.
E, a quanto ne so, funziona.
L’Ombra – secondo Jung – è il tuo diavolo personale.
È acquattata in qualche parte del tuo Inconscio.
Vuole le cose più terribili che potresti volere.
Ha le abitudini più odiose che tu possa immaginare.
Non ammetteresti mai che sia tua.
E invece è una parte di te.
L’hai sempre negata perché volevi crederti buono.
Ma, come diceva un tale, «nessuno è buono».
Di solito, tu PROIETTI la tua Ombra su altri. Cioè
scegli una qualche persona particolarmente disgustosa
e la disprezzi profondamente,
e, più la disprezzi, più quella persona diventa uno specchio
della tua Ombra. In tutti i tuoi peggiori nemici
vedi la tua Ombra, senza accorgertene.
E loro vedono la propria Ombra in te.
In questa chiave, si potrebbe modificare un po’
il famoso passo sul «porgere l’altra guancia».
Così: quando stai litigando con qualcuno,
prova a pensare che ciò che detesti in lui
è solo una proiezione della tua Ombra,
e che ciò che lui detesta in te
è solo una proiezione della sua Ombra.
«Porgi», mostra A TE STESSO l’altra tua faccia,
quella che ti sei sempre rifiutato di vedere.
E forse la lite sparirà d’un tratto.
O forse l’altro non capirà, continuerà a vedere in te il suo Male,
e vorrà litigare ancora e ancora. In quel caso
lo guarderai pensando: «Ma come mai sono finito qui?
Perché perdo tempo in questo equivoco?
Con tutte le cose belle e importanti che potrei fare…»
E perderai volentieri, in quella lite,
pur di liberartene al più presto.”
Igor Sibaldi

Sentimenti e Sensazioni – Cosa succede quando proviamo a comprendere gli altri

Nei nuovi corsi con Igor Sibaldi guarderemo con la lente d’ingrandimento tutte le nostre più importanti aree relazionali, decifrando e sciogliendo i meccanismi psicologici che tengono prigionieri i nostri talenti e i nostri “mi piace” più profondi.

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