Ridere, ridere, ridere ancora!
Ridere è una manifestazione del tutto spontanea: quando ridiamo, il nostro corpo ride, la nostra anima ride, ride ogni parte di noi. Ma, diciamocelo, con le mascherine che hanno nascosto gran parte del volto, chi non ha avuto nostalgia del sorriso e della risata di chi amiamo?
“D’accordo, in tempi come questi c’è poco da ridere: ma, proprio perché è meno facile del solito che una risata ci venga spontanea, forse dovremmo cominciare a coltivarle, le risate e le occasioni per ridere, come se si trattasse di un bene prezioso.” Scrive così Annamaria Testa nel suo blog.
Un bene prezioso davvero, la risata, così naturale e istintiva. Lo sapevi che si tratta di una delle prime capacità che sviluppano i neonati? Pare che un bambino di 4 anni rida anche 300 volte al giorno, numero che scende drasticamente quando diventiamo adulti: da 300 volte ad appena 20!
Altre curiosità! In un articolo della BBC, a cura della prof. Sophie Scott della University College of London, si legge che la risata è un’espressione emotiva non verbale che emette dei suoni. Questi suoni, che di solito emettiamo quando siamo in preda ad emozioni abbastanza forti, sono più simili ai richiami di animali che al nostro linguaggio normale.
Ridere è una capacità eccezionale
Quando gli esseri umani e alcune tra le specie animali ridono, si fanno contagiare dalle risate dei propri simili. Inoltre, tutte le persone ridono allo stesso modo, a prescindere dalla lingua che parlano e dalla cultura a cui appartengono. Ridere è un vero e proprio collante sociale, che oltrepassa ogni confine e costituisce un mezzo di comunicazione comprensibile a tutti.
C’è un bellissimo detto indiano che dice:
Tutti i popoli sorridono nella stessa lingua.
Ridere: una giornata dedicata alla risata!
Ridere giova al nostro spirito e al nostro corpo in molti modi, tanto che una disciplina dello Yoga si basa proprio su tali benefici: si tratta dello Yoga della Risata, in cui esercizi di respirazione tipici dello Yoga vengono combinati ad altri per stimolare la risata senza motivo, per pura giocosità, proprio come avviene nei bambini. Il diffondersi di questa disciplina ha fatto sì che nel 1998 si tenesse la prima Giornata Mondiale della Risata, che ricorre la prima domenica di maggio di ogni anno, allo scopo di portare la pace attraverso la risata e di diffondere questa stessa pace in tutto il mondo.
Perché ridere fa bene
1- Ridere rafforza i legami affettivi
La risata è un’emozione sociale: ecco perché ridiamo di più quando siamo in compagnia. Lo afferma il New York Times: ridiamo trenta volte di più quando siamo in compagnia rispetto a quando siamo da soli. Le risate altrui ci contagiano già dal suono: ecco anche spiegato il ruolo (scientificamente provato) della risata nel corteggiamento.
Lo vediamo nella nostra vita di tutti i giorni: preferiamo condividere il tempo con chi ride insieme a noi e con chi ci fa ridere, scegliendo le amicizie e il partner anche in base a questo. La risata si accompagna a divertimento, condivisione, serenità, benessere: perciò le risate forzate sono difficili da nascondere (fatta eccezione per i bravi attori, ovviamente!). Quindi, più ci lasciamo andare e siamo propensi a ridere con gli altri, più i nostri rapporti interpersonali migliorano.
2 – Ridere fa bene alla circolazione sanguigna
Quando ridiamo i nostri vasi sanguigni si dilatano, favorendo la circolazione del sangue e, di conseguenza, limitando il rischio di problemi cardiovascolari. Ridere abbassa la pressione e il livello degli ormoni dello stress, mentre aumenta quello degli anticorpi e di ormoni positivi come le endorfine. La famosa clown-terapia si basa proprio sulla capacità di migliorare le nostre condizioni fisiologiche e di stimolare la risposta del nostro corpo alle cure mediche grazie a un umore più positivo e allegro, da ottenere anche attraverso la risata.
3 – Ridere combatte paura e tensioni
Un chiaro esempio di questo effetto è dato dalle vignette umoristiche, che, oltre a mettere in luce limiti e contraddizioni della contemporaneità, combattono la paura e allentano le tensioni sociali e politiche, suscitando il riso anche in condizioni che non lo favoriscono. Ecco perché i bravi leader sono dotati anche di umorismo, qualità che rende più facile la gestione di situazioni critiche e stressanti, oltre ad aiutare le negoziazioni.
4 – Ridere aumenta la resilienza
La resilienza può essere definita come lo sviluppo di risorse, nuovi obiettivi e fiducia in se stessi grazie a cui superare le sfide della vita e uscirne più forti e consapevoli. È quindi un elemento che favorisce la crescita personale, l’evoluzione e la trasformazione delle proprie capacità, non una semplice resistenza alle difficoltà della vita, come spesso si crede.
La risata e l’umorismo sono fattori importanti per stimolare la resilienza: ridere permette di ristabilire il corretto equilibrio nelle situazioni su cui concentriamo troppe attenzioni, suscitando in noi ansia e insicurezza. Quando ci sentiamo sovrastati dalle circostanze, trovare il modo di sfogare le preoccupazioni in una risata fragorosa alleggerisce emozioni e pensieri, ridandoci la giusta prospettiva.
La risata, ricaricando le nostre energie psicologiche ed emotive, ci aiuta ad essere creativi e a pensare fuori dagli schemi, il che ci permette di volgere lo sguardo verso opportunità che, magari, avevamo sottovalutato. Inoltre, l’umorismo ci aiuta a sorridere dei limiti nostri ed altrui, accettandoli con tolleranza e combattendo la tendenza controproducente al perfezionismo.
Esercizio del “filtro per ridere”: l’arte della risata
Richard Bandler, uno dei padri della Programmazione Neurolinguistica, ha detto:
“Se possiamo ridere di una cosa, possiamo anche cambiarla.”
Ecco perché esercitare il più possibile l’umorismo e allenarci all’”arte della risata” può aiutarci ad affrontare le situazioni in modo più efficace, con un maggior controllo delle nostre emozioni, reazioni e, soprattutto, con una miglior gestione dello stress di fronte alle difficoltà.
Ecco un esercizio suggerito proprio da Bandler per affrontare ogni circostanza con un sorriso:
- Scriviamo su un foglio una piccola difficoltà che abbiamo in questo momento;
- Analizziamo quello che abbiamo scritto e chiediamoci “Come lo descriverebbe un comico in uno sketch? Quali aspetti esagererebbe per rendere buffa la situazione?” Proviamo ad immaginarlo;
- Se quel comico dovesse imitare se stesso alle prese con quel problema, cosa farebbe e cosa direbbe? In che modo si renderebbe divertente agli occhi degli altri?
Questo esercizio, chiamato “filtro per ridere”, ci aiuta a guardare le situazioni che ci preoccupano con occhi più indulgenti e di rintracciare (o creare) aspetti divertenti anche laddove questi non appaiono subito evidenti. Così impareremo a ridere di noi stessi prima che degli altri e potremo sfruttare quest’abilità per adattarci meglio ai cambiamenti e per combattere la paura di non riuscire a causa di aspettative troppo alte.