Lo stress è il male della nostra epoca
Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha dovuto fare i conti con un intenso periodo di stress e non abbia sperato di potersi disfare al più presto di questa pesante zavorra. Dello stress faremmo volentieri a meno, eppure i ritmi di vita che oggi ci vengono imposti decretano l’esatto contrario tanto da farlo apparire come il male dell’epoca contemporanea.
Saremmo anche disposti ad accettarlo se il prezzo da pagare non fosse una diminuzione della nostra felicità. E allora, quale soluzione ci resta? Essere stressati e quindi infelici?
Rinunciare alla felicità non è un’ipotesi contemplabile
Rinunciare alla felicità non è un’ipotesi contemplabile. Già Aristotele, diversi secoli orsono, sosteneva che lo scopo ultimo della vita terrena è il raggiungimento della felicità personale e la realizzazione di sé stessi.
Ad ogni modo, negare che lo stress non abbia alcun peso sul conseguimento di questo obiettivo è pura illusione ed eliminarlo dalla quotidianità delle nostre giornate, sia nella vita privata che nel contesto lavorativo, non solo non è possibile ma non è nemmeno auspicabile.
Una certa dose di stress non solo non mina la nostra felicità ma addirittura può contribuire alla crescita personale
Tutto sta nel riuscire a individuare la giusta dose di stress che siamo in grado di gestire e tollerare così da trasformare lo stress da ostacolo ad opportunità. Per spiegare questo concetto è utile ricorrere alla metafora dell’arco e della freccia elaborata da Theo Compernolle. Il neuropsichiatra belga, specialista e consulente nella gestione dello stress in particolare per il mondo del business, sostiene che la tensione dell’arco è necessaria affinché la freccia arrivi al suo obiettivo. Senza lo stress dell’arco, la freccia non può arrivare da nessuna parte. Esagerando con la tensione, l’arco si rompe. Ciò sta a significare che una certa dose di stress non solo non mina la nostra felicità ma addirittura può contribuire alla nostra crescita personale.
Senza una certa quantità di stress non si raggiunge niente. I riconoscimenti, i premi e i traguardi che si raggiungono nella vita sono sempre accompagnati da momenti emotivamente intensi e stressanti. Ce lo insegna anche il mondo dello sport. Dopo aver vinto la medaglia d’argento nel trampolino tre metri dei tuffi sincro alle recenti Olimpiadi di Rio, Tania Cagnotto ha dato l’annuncio del suo ritiro “Arrivare a questo argento è stato feroce, scortica, toglie la pelle. So che rimpiangerò lo sport ma sono a pezzi. Stanca di soffrire. Smetto per questo, perché è un fuoco che riscalda ma che consuma anche. Non solo te ma anche quelli che ti stanno attorno”. Eccessiva tensione e l’arco si è rotto.
Lo stress non è qualcosa che appartiene a noi soltanto, ma logora anche ci sta intorno. Per questo è importante saper riconoscere quando il partner è stressato e comprendere qual è il modo di affrontarlo
La confessione della pluripremiata tuffatrice ci offre anche un’altra importante lezione: lo stress non è qualcosa che appartiene a noi soltanto e che non influisce su chi ci sta intorno, specie nell’ambito delle relazioni di coppia. Saper intuire e comprendere quando il partner è snervato e qual è il suo modo di affrontare lo stress evita buona parte delle incomprensioni di un rapporto.
John Gray, psicologo e psicosessuologo, nel suo best- seller Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, spiega che uomini e donne reagiscono in modo differente allo stress e, pertanto, in queste circostanze le necessità dei due sessi divergono. Mentre gli uomini tendono a chiudersi sempre di più in sé stessi focalizzandosi sul problema, le donne si sentono più coinvolte in ciò che le angustia e sopraffa. “L’uomo si sente meglio se risolve i problemi, la donna se ne parla”. Capire queste differenze e imparare a rispettarle riduce in modo netto le confusioni e i conflitti che improntano i rapporti con l’altro sesso. Senza qualcuno che sappia supportarci (e non solo sopportarci!) anche nei momenti di maggiore stress e tensione, la strada verso la felicità è di certo più lontana e tortuosa.
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