10 modi per prendere decisioni migliori (II parte)

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Decisioni: dove eravamo rimasti? Ecco la seconda parte dell’articolo 10 modi per prendere decisioni migliori. Kate Douglas e Dan Jones (New Scientist) hanno individuato 10 modi per prendere decisioni. Qui puoi leggere i primi 5. In questa seconda parte dell’articolo, scopriamo i rimanenti!

6 – Non piangere sul latte versato

Suona familiare? Sei in un ristorante costoso, il cibo è fantastico, ma hai mangiato così tanto che inizi a sentirti nauseato. Sai che dovresti lasciare il resto del tuo dessert, ma ti senti in dovere di finirlo nonostante un crescente senso di nausea.

O che dire di questo: in fondo al tuo guardaroba si nasconde un capo di abbigliamento vecchio e che non metti più. Sta occupando spazio prezioso, ma non riesci a buttarlo via perché hai speso una fortuna e lo hai a malapena indossato.

La forza dietro ad entrambe queste decisioni sbagliate è chiamata fallacia del costo irrecuperabile. Hal Arkes e Catherine Blumer della Ohio State University hanno dimostrato quanto facilmente possiamo esserne ingannati.

Nel loro studio, i due ricercatori hanno fatto credere a degli studenti di aver comprato un fine settimana di sci nel Michigan per 100 dollari, e poi detto loro di un affare ancora più economico in un resort migliore – a 50 dollari, per un fine settimana nel Wisconsin. Solo dopo che avevano sborsato per entrambi i viaggi, agli studenti è stato comunicato che si sarebbero tenuti nello stesso fine settimana. Cosa hanno fatto? La maggior parte degli studenti ha optato per il viaggio meno attraente, ma più costoso, proprio a causa del costo maggiore investito.

La ragione di questo fenomeno è che più investiamo in qualcosa, più ci impegniamo nei suoi confronti. L’investimento non deve essere per forza finanziario. Chi non ha perseverato per tanto tempo con un libro noioso o con un’amicizia sbagliata?

Nessuno è immune alla fallacia del costo irrecuperabile.

Per evitare che i costi irrecuperabili influenzino le tue scelte, ricorda sempre a te stesso che il passato è passato e ciò che viene speso è stato ormai speso.

7 – Guardala in un altro modo

Su questo punto entra in gioco “l’effetto inquadratura”, in cui le scelte che facciamo sono irrazionalmente condizionate dal modo in cui vengono presentate le alternative. In particolare, abbiamo una forte propensione per le opzioni che sembrano comportare guadagni e un’avversione per quelle che sembrano comportare perdite. Questo spiega anche perché gli snack sani tendono ad essere commercializzati come “90 per cento senza grassi” piuttosto che “10 per cento di grassi” e perché è più probabile che acquistiamo qualsiasi cosa, da un’idea a una polizza assicurativa, se ci vengono presentati solo i suoi benefici.

Benedetto De Martino, neuroscienziato cognitivo, crede che questo modo di pensare si sia probabilmente evoluto perché ci consente di includere sottili informazioni contestuali quando facciamo una scelta. Sfortunatamente, a volte conduce a decisioni sbagliate nel mondo di oggi, dove abbiamo a che fare con concetti più astratti e informazioni statistiche.

Si sa che l’esperienza e una migliore istruzione possono aiutare a contrastare questo problema, ma anche chi tra noi è più incline all’effetto inquadratura può prendere una semplice misura per evitarlo: guardare le opzioni da più di un’angolazione.

8 – Attenzione alla pressione sociale

Potresti ritenerti una persona risoluta e che non si lascia certo influenzare dagli altri, ma il fatto è che nessuno è immune alla pressione sociale. Innumerevoli esperimenti hanno rivelato che anche le persone più equilibrate e preparate possono essere spinte da figure di autorità e dai loro pari a prendere decisioni terribili.

Come evitare l’influenza maligna della pressione sociale? In primo luogo, se sospetti di fare una scelta perché pensi che sia ciò che il tuo capo vorrebbe, ripensaci. Se sei un membro di un gruppo o di un comitato, non dare mai per scontato che il gruppo conosca qualcosa meglio di te, e se trovi che tutti sono d’accordo, valuta di fare l’esatto contrario. Infine, fai attenzione alle situazioni in cui senti di avere poca responsabilità individuale, ovvero quando è più probabile che tu faccia scelte irresponsabili.

Sebbene non vi sia dubbio che la pressione sociale possa influenzare negativamente il nostro giudizio, ci sono occasioni in cui può essere sfruttata come una forza positiva. Basta citare il famoso esperimento guidato da Robert Cialdini dell’Arizona State University di Tempe, utilizzato per promuovere scelte rispettose dell’ambiente. Per fare in modo che i clienti riutilizzassero gli asciugamani, sono stati messi dei cartelli all’interno dei bagni. Quando il cartello diceva che la maggior parte degli ospiti riutilizzavano almeno una volta l’asciugamano, si è visto che la gente era nettamente più propensa (+45%) a riutilizzarlo. Lo studio ha dimostrato che le persone fanno quello che fa la maggior parte della gente.

9 – Limita le tue opzioni

Probabilmente pensi che sia meglio avere maggiore scelta piuttosto che averne meno – Starbucks lo crede sicuramente – ma tieni in considerazione questi risultati: è stato provato che, se vengono offerte troppe alternative sui piani pensionistici, è meno probabile che le persone vi investano; le persone provano maggiore piacere quando scelgono un cioccolato da una selezione di 5 rispetto a quando scelgono lo stesso dolce da una selezione di 30.

Queste sono due delle scoperte fatte dalla psicologa Sheena Iyengar della Columbia University, New York, che studia il paradosso della scelta: anche se siamo convinti che averne molta sia la cosa migliore, spesso averne meno è ancora meglio.

Il problema è che una scelta più ampia di solito ha un prezzo: richiede maggiore capacità di elaborazione delle informazioni e il processo può essere confuso. Quando una scelta ci porta via tanto tempo, nel peggiore dei casi può portare alla paralisi: passi così tanto tempo a valutare le alternative che finisci per non fare nulla. Inoltre, una maggiore scelta aumenta anche le possibilità che tu commetta un errore, quindi puoi finire per sentirti meno soddisfatto della tua scelta a causa della fastidiosa paura di aver perso un’opportunità migliore.

Il paradosso della scelta vale per tutti noi, ma colpisce alcune persone più duramente di altre. I più colpiti sono i “massimizzatori”: le persone che cercano il meglio che possono ottenere esaminando tutte le possibili opzioni prima di prendere una decisione. Questa strategia può funzionare bene quando la scelta è limitata, ma vacilla quando le cose diventano troppo complesse. I “soddisfacenti” – persone che tendono a scegliere la prima opzione che soddisfa la loro soglia prefissata di requisiti – soffrono di meno. Gli psicologi credono che questo sia il modo in cui la maggior parte di noi sceglie un partner romantico tra i milioni di possibili appuntamenti.

10 – Fai scegliere a qualcun altro

Tendiamo a credere che sia meglio (e che ci dia più felicità) avere sempre il controllo piuttosto che avere qualcun altro che sceglie per noi. Tuttavia, a volte, indipendentemente dall’esito di una decisione, il processo effettivo per prenderla può farci sentire insoddisfatti. Allora potrebbe essere meglio rinunciare al controllo.

Simona Botti della Cornell University e Ann McGill dell’Università di Chicago hanno pubblicato una serie di esperimenti che esplorano questa idea (Journal of Consumer Research, vol 33, p 211). Per prima cosa hanno dato ai volontari un elenco di quattro elementi, ognuno dei quali è stato descritto da quattro attributi, e hanno chiesto loro di sceglierne uno. Ad alcuni è stato chiesto di scegliere tra elementi piacevoli, come tipi di caffè o cioccolato, ad altri sgradevoli, cioè dei cattivi odori. Una volta effettuata la scelta, hanno completato dei questionari per valutare i loro livelli di soddisfazione e per indicare come si erano sentiti nel prendere la decisione.

Come ci si potrebbe aspettare, le persone a cui è stata data una scelta di opzioni piacevoli tendevano ad essere molto soddisfatte dell’articolo che avevano scelto e si prendevano felicemente il merito di aver preso una buona decisione. Quando la scelta era tra opzioni sgradevoli, tuttavia, l’insoddisfazione era all’ordine del giorno: alle persone non piaceva la loro scelta e, per di più, tendevano a incolparsi per essersi ritrovate con qualcosa di sgradevole. Non importava nemmeno che questa fosse l’opzione meno sbagliata, si sentivano comunque in colpa. Sarebbero state più felici se non avessero scelto affatto.

Prova a lasciare che qualcun altro scelga il vino in un ristorante o che una macchinetta scelga i numeri sul tuo biglietto della lotteria, per esempio. Potresti anche sentirti più felice di lasciare alcune decisioni a un professionista. Botti ritiene che questi risultati abbiano ampie implicazioni per qualsiasi decisione, banale o sgradevole che sia.

Fonte: Top 10 ways to make better decisions, Kate Douglas e Dan Jones (New Scientist).

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