Perché l’Immaginazione è alla base degli studi di Igor Sibaldi

Immaginazione

A cura di Life Strategies.

Un diverso linguaggio: l’Immaginazione

“L’immaginazione è lo stesso linguaggio degli animali”. 

Quest’affermazione del filologo e scrittore Igor Sibaldi può sembrare alquanto strana. Proviamo a fare chiarezza insieme.

Sibaldi ci ricorda che l’immaginazione, essendo oltre le parole, si esprime attraverso un linguaggio non composto dalle parole.

Le parole, come abbiamo raccontato in diversi articoli, possono non essere specifiche, ovvero possono comprendere più significati. Questo si rivela poco utile, ad esempio, quando ci serviamo della celebre Tecnica dei 101 desideri. Ma c’è un altro aspetto su cui il filologo vuole porre attenzione, ovvero che anche le parole – del resto tante altre cose – possono nascondere bugie.

Non solo, dice Sibaldi, perdi tanto tempo a scoprire se il tuo interlocutore stia dicendo la verità o meno, ma “non hai idea del tempo che perdi a vedere se tu dici la verità a te stesso”. 

Oltre le parole: l’immaginazione è CWC

L’immaginazione è una facoltà che va oltre le parole ed è una CWC, che vuol dire Competence Without Comprehension.

“La natura si evolve. Seleziona per prove ed errori il cammino giusto. Un albero sa fare delle radici eccezionali, ma io sono sicuro che se chiedo all’albero come fa a fare le sue radici, lui non lo sa. Le fa bene ma non sa come. Le tue facoltà maggiori sono CWC: sono Competence, cioè lo sai fare, Without, ovvero senza Comprehension, comprensione”.

Andando a esplorare le nostre facoltà maggiori, scopriamo che una certa cosa la sappiamo fare, ma non sappiamo perché. L’immaginazione, essendo CWC, funziona da sola, senza capire perché, e per questo somiglia all’intuizione. La cosa straordinaria, dice Igor, è che risolve problemi a una rapidità fulminea, perché non si impaccia sulle parole, arriva oltre.

Oltre il tempo: con l’immaginazione è già tutto risolto

Oltre a non muoversi sullo stesso piano delle parole, l’immaginazione non è nemmeno cronologica, non ha il tempo. Con l’immaginazione siamo dunque sia fuori dalle parole, ma anche fuori dal tempo.

“Cosa vuol dire fuori dal tempo? Vuol dire che qui, nel tempo, se sai una cosa è perché l’hai imparata? Prima non la sapevi, adesso la sai e dopo ne saprai altre dell’immaginazione? Non c’è prima, dopo e adesso. Capite che ambiente strano?”

Immaginazione vs fantasia e invenzione

L’immaginazione, come dicevamo in un altro post, di solito è confusa con altri termini, quali l’invenzione e la fantasia. Sentiamo spesso dire, infatti, frasi come: “Sei una persona fantasiosa, perché immagini.” Oppure ancora: “Hai una fervida immaginazione perché hai inventato un sacco di cose”. In realtà, ricorda il filologo, queste due parole sono completamente diverse l’una dall’altra. Fantasia vuol dire produzione di fantasmi. Fantasma vuol dire cose che appaiono. In italiano è il semplice uso generico della facoltà immaginativa. L’invenzione è lavorare in modo creativo su qualcosa che tu conosci già all’inizio. Si può inventare una storia: tu sai già come andrà la storia, devi inventare la versione della storia. Immaginare, invece, “è muoversi verso un territorio totalmente sconosciuto in cui compi scoperte”.

Esempio.

Il pittore immagina o inventa il quadro? Picasso non ha inventato il quadro Guernica, ma l’ha immaginato. Così pure Beethoven non ha inventato la Nona sinfonia, l’ha immaginata, perché quando ha cominciato a scriverla non sapeva quello che avrebbe scritto. Ecco perché è un’opera di immaginazione.

Verrebbe da chiedersi: ma perché non ce ne serviamo più spesso? Ce lo spiega Igor:

“Perché non usiamo sempre l’immaginazione? Perché è faticoso, per utilizzarla bisogna superare resistenze pesanti: il senso di colpa, la paura, l’orgoglio, il ricordo – magari segreto – di tante sconfitte subite. E anche il ruolo in cui tutta la tua storia passata ti sta facendo recitare nel mondo. Queste resistenze vanno affrontate. E adesso è il momento.”

Immaginazione è uscire fuori

Immaginazione è “uscire fuori” ed esplorare. Non sappiamo cosa troveremo, ecco perché diciamo “immagine”: perché là fuori ci sono cose talmente nuove che le parole non bastano a indicarle, allora dobbiamo farci delle immagini.

Ci facciamo immagini, non delle visualizzazioni. L’immagine è qualcosa di più: è esplorare la realtà con dei sensi nuovi. Quando avviene questa straordinaria esplorazione, essa non avviene con la sensazione, con il sentimento, né tantomeno con la ragione. Avviene proprio con un’altra funzione, che si chiama per l’appunto “immaginazione”.

“Vedersi da fuori” attraverso l’immaginazione

Per tutte le cose dette finora, l’immaginazione non fa parte del nostro Io, va oltre. Ma questo non deve spaventarci, tutt’altro!

L’io può inventare, può fantasticare… Ma L’immaginazione “è oltre il mondo conosciuto, è una scoperta di verità, si lascia indietro l’io immaginazione”.

Uscire dall’Io è una delle cose più straordinarie che ci possa succedere, perché è ciò che ci permette di esplorare parti di noi che non conosciamo (o che pensavamo di non avere) e di aprirci a infinite possibilità. Come suole dire Sibaldi:

“Tu sei molto di più di quello che credi di essere”. 

E quel nostro Io più immenso può fare grandi cose, risolvere problemi, staccarsi dal suo passato e dai limiti che si impone alle sue potenzialità.

C’è la celebre frase che dice che un problema non può essere risolto nello stesso livello nel quale si è prodotto. E su questo può venirci in aiuto la fiaba di Aladino. Qual è la prima cosa che vede Aladino quando comincia a spolverare la lampada che trova nella Caverna delle Meraviglie? Proprio se stesso, il suo riflesso. E infatti, il genio è la sua parte geniale che realizza desideri.

Ciò che sappiamo fare in superficie non è tutto, possiamo avere la nostra parte geniale, basta imparare a guardarci dal di fuori: l’immaginazione serve proprio a questo. Allo stesso modo, il nostro passato non decide il futuro.

Credere il contrario ha delle ripercussioni fortissime sul piano esistenziale. Eppure, possiamo scegliere di essere liberi. Liberi di fare ed essere di più. Come? Proprio con l’immaginazione.

È l’immaginazione che permette di svincolarci dal passato e dalle credenze limitanti che abbiamo di noi stessi. In altre parole: è l’immaginazione che ci consente di essere molto di più del nostro passato, molto di più di chi siamo ora.

L’immaginazione, come se non fosse già abbastanza importante per i motivi sopra elencati, è anche lo strumento principale per dialogare con i nostri Maestri Invisibili. L’incontro stesso con i Maestri si basa, infatti, su quattro passaggi che ti portano a usare sempre di più l’immaginazione. In America la chiamano “Guided Imagery”: attività immaginativa guidata.

L’immaginazione è anche ciò che sblocca la paura di desiderare qualcosa per noi, qualcosa che ci piace davvero. Dice infatti Sibaldi:

“Per fortuna abbiamo dalla nostra parte l’immaginazione. Per fortuna abbiamo dalla parte nostra l’idea che puoi percepire delle cose che ancora non sai. E questa cosa è un miracolo che metti in moto non appena scateni l’immaginazione.”

“Molla il tuo IO e diventa solo DESIDERIO”.

Per Igor Sibaldi, l’immaginazione è strumento di conoscenza, è l’apertura che ci serve quando abbiamo paura di chiedere qualcosa per noi, quando temiamo di ricercare ciò che ci piace davvero.

“Per chi desidera veramente scoprire mondi nuovi, l’immaginazione è un punto imprescindibile di passaggio. Ma va scoperta. Va liberata e rinforzata, perché da molto tempo, in Occidente, tanti lavorano per bloccarla.”
Igor Sibaldi terrà diversi corsi con noi, live e streaming. Se sei interessato a saperne di più e a conoscere le modalità di partecipazione clicca qui!

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