Tentativo di controllo: il mito della modernità
Per ogni sofferenza psicologica esiste una via d’uscita. Impara a riconoscere la tua e a sconfiggerla.
– Giorgio Nardone
La pandemia da Covid-19 ci ha messo di fronte al fallimento del mito del controllo su ogni cosa. Non siamo stati in grado di combattere contro un nemico invisibile e microscopico e ne abbiamo subito il contraccolpo. Il mito dell’uomo moderno che, in funzione della sua capacità di manipolare tutto ciò che lo circonda, può tenere ogni elemento sotto la propria egida, ha dovuto fare i conti con un virus che nessuno conosceva e che ha esposto tutti a un radicale cambiamento di vita.
Pur avendo prodotto nel tempo anche grandi successi, la mania del controllo, se estremizzata, come tutti gli atteggiamenti che si irrigidiscono, da soluzione si trasforma in problema. Non è un caso se la più grave conseguenza psicologica per lo staff medico e paramedico in Italia sia il senso di colpa, derivato dalla sensazione di impotenza e dall’impossibilità di salvare tutti. Medici e paramedici hanno dato tutto, rischiando la propria vita, allontanandosi dalle famiglie, lavorando su turni estenuanti, procurandosi danni fisici legati ai dispositivi di protezione, pur di salvare la maggior parte dei ricoverati. Non avrebbero motivo di avvertire questa frustrazione. Eppure, per molti di loro è così.
“Il cambiamento delle nostre abitudini e l’essere soggetti a una situazione fuori dal nostro controllo sono fattori destabilizzanti che possono sviluppare un senso di paura, ansia e stress, con un impatto sulla nostra salute a tutti i livelli”.
– Silvia Caggiano – Responsabile del servizio di supporto psicosociale MSF (Medici Senza Frontiere)
Tentativo di controllo e perdita di controllo
Ci sono casi in cui il tentativo di controllo conduce proprio alla perdita di controllo. Spiega lo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone:
L’uomo moderno tende a voler avere il controllo delle cose, perché questo è ciò che gli ha permesso, attraverso la sua intelligenza e la sua capacità, di sviluppare tutto ciò che ha ideato, di controllare l’ambiente circostante e di far progredire la scienza. Ma l’uomo moderno si illude di poter controllare tutto, mentre – sapete – ciò che riusciamo a controllare di meno sono proprio le nostre reazioni e la nostra mente.
– Giorgio Nardone
La patofobia ne è un esempio: quando la paura di contrarre malattie ci spinge a continui esami diagnostici, anche immotivati, si genera un’ossessione che, anziché rassicurarci, alimenta una vera e propria fobia verso le malattie da prevenire.
Che cosa può aiutarci, specie in questo momento, a non irrigidirci? La risposta è l’entropia.
Essere in continua evoluzione
Quando si sta applicando rigidamente il controllo a una situazione, occorre lasciare una piccola parte di disordine, perché questo mantiene l’ordine e lo fa evolvere.
Quando un essere vivente si irrigidisce sui suoi schemi soccombe perché cessa di adattarsi evolvendosi.
– Giorgio Nardone
L’entropia è, infatti, la forza che ogni sistema vivente ha di evolversi attraverso la rottura, anche minimale, del proprio equilibrio, per trasformarsi in altro. Questo, a sua volta, sarà portato dall’entropia a evolversi attraverso ulteriori micro-rotture: è l’evoluzione dell’Universo.
Che differenza c’è tra l’uomo e l’ameba?
L’ameba è monocellulare e muore subito perché non si adatta,
l’uomo invece si adatta e sopravvive.
(Darwinismo)
Essere in continua evoluzione, quindi, significa tendere a mantenere il controllo, lasciando che una piccola parte vi sfugga. La situazione che abbiamo vissuto e che continuiamo a vivere ancora oggi si è rivelata davvero improvvisa, come un fulmine a ciel sereno: non ci ha consentito di adattarci, facendo irrigidire il nostro tentativo di controllo.
La tecnica del come peggiorare
Quando la nostra paura è proiettata verso il futuro e non è invalidante, ci viene in aiuto la tecnica del come peggiorare: individuando quali potrebbero essere i comportamenti che conducono a sicuri disastri, si innesca la reazione spontanea che ci porterà ad evitarli. Con la tecnica del “come peggiorare”, paradossalmente, pensare a tutti i modi in cui una situazione problematica potrebbe ulteriormente peggiorare ci aiuta a vedere anche le possibili soluzioni a cui prima non avevamo pensato.
In questo video, Giorgio Nardone, attraverso un particolare caso clinico, ci spiega come viene applicata la tecnica del come peggiorare.
La tecnica della peggiore fantasia
Quando la fobia non è invalidante, una tecnica molto efficace è anche quella della peggiore fantasia: se proviamo ad estremizzare volontariamente una sensazione che vorremmo controllare, paradossalmente ne otterremo l’azzeramento. Questo perché la trasformiamo: da spontanea, diventa condizionata ed estremizzata da noi stessi.
La tecnica della peggiore fantasia è divenuta lo standard internazionale nel trattamento dell’attacco di panico e un approccio terapeutico molto diffuso, grazie al quale ogni paura viene nutrita e fatta crescere a dismisura, fino a giungere alla saturazione. Più un individuo prova spavento, più alimenta la sua paura; più la paura viene alimentata, maggiori sono le probabilità che questa si trasformi in qualcosa che possa collassare su se stessa. Si tratta di “spegnere il fuoco aggiungendo la legna”, come narra un proverbio cinese. La paura si inibisce portandola agli estremi. Come abbiamo visto in un precedente articolo, molti professionisti consigliano di tenere un diario su cui scrivere al mattino le proprie paure più angoscianti: cliccando qui puoi scoprire i dettagli della tecnica della peggiore fantasia applicata alla scrittura.
Ognuno di noi, che ne sia consapevole o meno, costruisce quello che poi subisce.
Anticipa e dai la caccia alla tua paura: in questo modo non sarà lei a dare la caccia a te.– Giorgio Nardone