Il mondo del lavoro oggi ci pone davanti a sfide continue: qualunque sia l’ambito in cui ci muoviamo e la posizione che ricopriamo, a tutti noi vengono richieste non solo le competenze necessarie per svolgere al meglio le nostre attività, ma anche capacità che vanno al di là della sfera strettamente professionale.
Non si tratta più, semplicemente, di essere qualificati ed esperti nel proprio settore: oggi, per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più esigente, dobbiamo sviluppare doti che ci permettano di interagire al meglio con gli altri, in modo da raggiungere risultati che, da soli, sarebbe più difficile ottenere.
Stiamo parlando delle cosiddette “competenze trasversali”, caratteristiche personali che giocano un ruolo importante nelle modalità di pensiero e di comportamento, sia in contesti sociali sia di lavoro.
Esempi di competenze trasversali sono: capacità di diagnosi, di relazione, di problem solving, di decisione, di comunicazione, di organizzazione del proprio lavoro, di gestione del tempo e dello stress, spirito di iniziativa, flessibilità. Tali abilità sono determinanti per la nostra crescita professionale e personale.
Il lavoro di gruppo
Una situazione concreta che richiede l’uso di queste competenze, ormai parte della routine lavorativa di molti di noi, è il lavoro di gruppo.
In realtà, il lavoro di gruppo fa parte delle nostre attività quotidiane fin dall’infanzia: già all’asilo, infatti, veniamo coinvolti in giochi di squadra e in compiti educativi che stimolano la nostra capacità di collaborare con gli altri. Crescendo, poi, questi compiti si trasformano in ricerche scolastiche da svolgere con i propri compagni di classe, colloqui di lavoro di gruppo e così via, fino all’interazione con team in cui possono rientrare anche esperti esterni al proprio ambiente di lavoro abituale.
Poco importa che si lavori in una grande azienda, che si gestisca una piccola impresa o che si svolga una libera professione: a prescindere dal nostro ruolo e settore riferimento, ci ritroveremo più o meno frequentemente a collaborare con i colleghi per sviluppare un progetto, a confrontarci con i clienti per soddisfare le più disparate esigenze, a partecipare a riunioni di fronte a responsabili e superiori.
Ognuna di queste circostanze rappresenta, in modo diverso, un lavoro di gruppo in cui dovremo adoperare diverse competenze trasversali. I lavori di gruppo, infatti, non sono tutti uguali e non hanno tutti le stesse finalità:
- Ci sono i gruppi creativi in cui diverse professionalità collaborano a un obiettivo comune, per raggiungere un risultato il cui valore sia maggiore della somma delle singole parti. Questi gruppi sono stimolati a produrre nuove idee, pensare fuori dagli schemi e mettere insieme le varie proposte in modo coerente e costruttivo
- Ci sono i gruppi chiamati a risolvere problemi specifici e urgenti, che hanno lo scopo di snellire i processi e la comunicazione in modo da giungere a una soluzione in modo più efficace e tempestivo
- Ci sono i gruppi che si riuniscono periodicamente per valutare insieme l’andamento di un progetto, di un processo, di un’attività particolare, analizzandone criticità e definendo sistemi di miglioramento.
Come lavorare in gruppo e migliorare le relazioni con gli altri: il Dialogo Strategico
Se, da un lato, lavorare in gruppo permette di tirare fuori il meglio da ciascun componente e di cooperare ad un progetto di ampio respiro, che esalti e accresca le abilità di tutti grazie all’apprendimento reciproco, raggiungere questo obiettivo può rivelarsi difficile.
Nelle relazioni con gli altri, infatti, possono sorgere dei conflitti dovuti al confronto tra modi di pensare e di agire diversi tra loro. Questo avviene naturalmente, a prescindere dal tipo di legame: che siano rapporti professionali, familiari, sentimentali o di amicizia, ogni forma di interazione richiede la capacità di superare le piccole incomprensioni e di giungere a compromessi.
Il Dialogo Strategico di Giorgio Nardone, psicologo e psicoterapeuta considerato il più illustre esponente della Scuola di Palo Alto, rappresenta una tecnica di comunicazione avanzata che può aiutarci a raggiungere questi obiettivi.
Infatti le tecniche del Dialogo Strategico, sviluppate in decenni di ricerche negli ambiti più disparati, si rivelano efficaci tanto nella sfera professionale quanto in quella personale, permettendoci di adattare la nostra comunicazione ad ogni circostanza della vita quotidiana.
Tutti sappiamo quanto siano delicati gli equilibri tra le persone: a volte basta una parola detta con leggerezza, un tono di voce percepito come troppo severo o uno sguardo mal interpretato a rovinare il clima di sintonia costruito con impegno nel tempo.
Per creare solide relazioni interpersonali, grazie a cui raggiungere più facilmente i nostri obiettivi, è quindi fondamentale padroneggiare i vari livelli della comunicazione e imparare come fare le domande giuste per ottenere in modo spontaneo le risposte che vogliamo.
A questo scopo, una delle tecniche usate nel Dialogo Strategico è il linguaggio performativo o suggestivo.
Si tratta di un linguaggio che non si limita a fornire informazioni o istruzioni, bensì mira a suscitare emozioni precise, che stimolino gli altri a compiere determinate azioni in modo del tutto volontario, senza nessuna forzatura.
Questo è possibile attraverso l’uso di analogie, aforismi e metafore che evochino delle immagini concrete, dando vita e forza alle parole anche grazie al giusto tono di voce, delle pause e del volume con cui le espressioni vengono formulate.
Ad esempio, quando ci troviamo di fronte a una persona molto introversa e chiusa in se stessa, può essere difficile coinvolgerla nelle attività di un gruppo semplicemente chiedendoglielo o spiegandole gli effetti negativi dei suoi comportamenti sul gruppo. Al contrario, una frase come “questo atteggiamento è simile a quello di una marionetta rotta, con gli occhi rivolti al suo interno anziché al mondo che ha di fronte”, se detta nel modo più efficace e seguendo i giusti accorgimenti, potrebbe suscitare una reazione immediata e destare il cambiamento necessario in tempi brevi.
Il Dialogo Strategico, grazie a strategie di comunicazione appositamente studiate, è perciò capace di far percepire sia agli altri sia a noi stessi ogni situazione da una nuova prospettiva, aiutandoci a superare le difficoltà quotidiane nei rapporti interpersonali.
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