La paura di non essere abbastanza

essere abbastanza

Pensi mai di non essere abbastanza?

In alcuni periodi della nostra vita ci siamo trovati a nutrire un’opinione negativa nei confronti di noi stessi. Ci sentiamo in qualche modo indegni, immeritevoli, non abbastanza.

La saggezza sciamanica, che stiamo man mano conoscendo sempre di più grazie ai preziosi insegnamenti di Don Jose Ruiz, figlio di Don Miguel Ruiz, sciamano e autore del bestseller internazionale I quattro accordi, propone un antidoto all’idea di non essere abbastanza e tra poco ne parleremo. È impossibile stabilire con certezza – ci spiega Don Jose – l’esatto momento in cui questa idea ha cominciato a insediarsi per la prima volta nella coscienza individuale e ad elevarsi quasi ad archetipo culturale. Ciononostante, sappiamo che è ben radicata nella psiche ed è troppo forte da ignorare, perché l’abbiamo sperimentata sulla nostra pelle e si è manifestata sotto varie forme. Ad esempio quando:

  • Ci colpevolizziamo per aver commesso un errore
  • Non accettiamo il fatto di aver commesso uno sbaglio
  • Non riusciamo a perdonarci per azioni passate
  • Non ascoltiamo il nostro cuore perché non ci consideriamo all’altezza.

 

“La verità è che molti di noi hanno trattato se stessi
in un modo in cui non avrebbero mai trattato nessuno”.
– Don Jose Ruiz

L’antidoto di cui si servono gli sciamani è tanto semplice quanto difficile da adottare nella pratica quotidiana: crederci perfetti. Davvero arduo da comprendere e accettare: se dovessimo pensare a una divinità, ad esempio, non ci verrebbe difficile associarla al concetto di perfezione, ma mai penseremmo che questo possa in qualche modo vestire la nostra fragile umanità.

In questo caso, la filosofia, la saggezza e gli insegnamenti sciamanici ci vengono in aiuto perché ci mostrano quanto sia possibile scorgere la bellezza della nostra perfezione. Ruiz stesso ci dice che uno dei principali obiettivi dello sciamanismo è proprio quello di annullare la falsa idea che non siamo abbastanza.

Che cosa significa pensare di essere perfetti?

Iniziamo col dire cosa non è la perfezione.

Il concetto di perfezione è ben lontano da quello dell’egocentrismo, della presunzione e dell’alienazione. Non è nemmeno l’insieme di comportamenti disfunzionali che conducono a malessere e sofferenza: chi pretende la perfezione, in se stesso e negli altri, non sarà mai soddisfatto. Né si tratta di esigere da se stessi, dalla società e dalle persone che ci sono accanto, la perfezione che non ammette sbagli e che punta a un modo di vivere totalmente irreprensibile.

Ruiz ci spiega che per crederci veramente perfetti dobbiamo accettare molte parti di noi e molte azioni che commettiamo:

“Per vedere la bellezza della nostra perfezione, spesso dobbiamo guardare a quei ricordi dolorosi nel nostro passato con uno spirito amorevole e di perdono, dobbiamo essere ancora testimoni di quei ricordi e lasciare andare ogni veleno emozionale che ancora abbiamo dentro. È così che possiamo rivendicare il nostro potere e iniziare a vederci come perfetti.”
– Don Jose Ruiz

Crederci perfetti significa prima di tutto perdonarci.

Il perdono è l’unico modo per non rimanere bloccati nella caverna della mente, come abbiamo visto in questo articolo, dove nutriamo solo rancori, vergogna e sensi di colpa. Per suo padre, Don Miguel Ruiz, continuare a rivivere gli stessi ricordi dolorosi equivale a continuare a scontare una pena all’infinito.

Perfezione è accettare, ma lasciar andare, il ricordo di qualcosa che abbiamo fatto o che non abbiamo fatto, guardare alle azioni passate dal punto di vista dell’amore. Amarci, senza se e senza ma.

Amore incondizionato: cos’è e cosa non è. Scoprilo in questo articolo.

Comprendere la propria ombra

Tutto molto bello fin qua, dirai. Nella teoria, è facile parlare di accettazione, di perdono e di lasciar andare un ricordo doloroso. Mettere in pratica è più difficile, ma non è impossibile. Don Jose prosegue, infatti, spiegandoci che la chiave per comprendere e perdonare noi stessi risiede nell’osservare quella che la cultura sciamanica chiama “la nostra ombra”. Ci dice Don Jose:

“Ogni volta che dentro di noi rigettiamo certe caratteristiche o certi tratti della nostra personalità perché non ci piacciono o non vogliamo ammettere che sono presenti in noi, stiamo relegando nell’ombra quella parte di noi stessi”.

Com’è facile da credere, non è possibile celare nell’ombra parti noi per un periodo lungo. Ne abbiamo la prova quando reagiamo emotivamente in maniera eccessiva o quando ci comportiamo in modo anomalo o in una maniera che non riconosciamo. Hai mai detto a qualcuno o a te stesso “Non è da me” o “Questo non sono io”?

Molto probabilmente sì.

Le ombre di noi stessi e degli altri che ci fanno male

Un’amica di Don Jose una volta gli ha confessato di aver tradito il marito. I sensi di colpa e il rimorso la stavano consumando nell’animo, così finì per parlarne e riparlarne con gli amici, forse nella speranza di una risoluzione, di una giustificazione e di un perdono che lei non riusciva a darsi. Affrontando l’argomento con Don Jose, continuava a dirgli:

«Capiscimi: io non sono una che tradisce».

A questo punto, la risposta del suo saggio amico fu per lei come una doccia fredda:

«A parte quando lo fai».

Con questa frase non dobbiamo credere che Don Jose volesse giudicarla, condannarla o aumentare il suo già radicato senso di colpa. L’amico desiderava “risvegliarla” di fronte a quella parte di lei che stava continuando a negare con tutte le sue forze. Le disse infatti:

«Invece di negare questa parte di te, scopri perché lo hai fatto».

Riconoscere la propria ombra

La negazione delle nostre scelte, delle nostre azioni e di tutte quelle parti di noi che non ci piacciono e non accettiamo finiscono nella nostra ombra. L’insegnamento sciamanico è questo: riconosci quella parte di te come tua ombra, osservala magari potendoti domande quali:

  • «Perché ho agito in questa maniera?»
  • «Perché ho reagito in quel modo?»
  • «Qual è stata la mia motivazione?»
  • «Stavo rispettando me stesso o/me stessa o stavo ubbidendo alla volontà di qualcun altro?»

Don Jose ha invitato l’amica, che si ostinava a negare quella parte di lei che aveva tradito e a condannarsi per una condotta che andava contro i suoi ideali, ad accettare la presenza di qualcosa, piuttosto che tentare di soffocarla.

“Per essere chiari”, continua Ruiz, “accettare la presenza di un desiderio o di comportamento non significa essere d’accordo con esso […] ma semplicemente che vogliamo capire questo aspetto di noi stessi invece di scappare e fingere che non esista”.

Questo è un aspetto cruciale, anche perché nel momento in cui iniziamo ad osservare le nostre ombre e a smettere di ignorarle possiamo scoprire il bisogno di fare un cambiamento nella nostra vita.

Un esercizio per smettere di pensare di non essere abbastanza

Quanto è facile vedere ciò che ci piace o non ci piace nelle altre persone? Tutt’altra cosa è scorgerlo in noi.  

Don Jose ci spiega anche che, spesso, la nostra ombra entra in azione quando notiamo in una persona un aspetto che ci dà particolarmente fastidio, come può essere l’arroganza, la maleducazione, la mancanza di rispetto eccetera. E può accadere per un motivo ben preciso: perché sovente abbiamo quelle stesse caratteristiche e non ci piacciono e non le accettiamo.

Fortunatamente, l’ombra non riguarda solo le caratteristiche negative che vediamo negli altri. Comprende anche gli attributi positivi. Ad esempio, se notiamo con piacere o facciamo particolarmente attenzione alla gentilezza altrui o alla compassione è perché, ci dice Ruiz, abbiamo anche noi quelle qualità.

Tuttavia, a causa del nostro senso radicato di indennità e della falsa idea di non crederci abbastanza, diciamo frasi quali: «Io non sono gentile come lei», «Vorrei anche io provare compassione in quel modo», «Eh! Magari fossi anche io così paziente come te!», finendo per gettare nell’ombra le nostre qualità.

Solo guardando le ragioni del nostro comportamento, anziché zittirle, potremo essere liberi da tutte le reazioni inconsce che possono emergere.

Ecco l’esercizio per smettere di credere di non essere abbastanza e riconoscere la propria ombra

  • Pensa a qualcuno che ha dei tratti che proprio non sopporti e annotali
  • Prenditi qualche minuto per riflettere su ogni caratteristica che hai scritto
  • Riesci a scorgere gli stessi tratti negativi in te?

E poi, proprio perché il nostro io ombra non nasconde solo aspetti negativi, ma anche positivi, Ruiz ci consiglia anche questo semplice, ma potente esercizio:

  • Pensa a qualcuno che ha dei tratti positivi che ammiri particolarmente
  • Prenditi qualche minuto per riflettere su ogni caratteristica che hai scritto
  • Cerca di capire come incarni quelle stesse bellissime qualità.

“Mentre esamini le cose che in precedenza hai gettato nell’ombra, ricordati di trattarti con amore e di perdonarti. Auto-flagellarti ti terrà intrappolato nella dipendenza della sofferenza e imparerai molto poco di te stesso e delle tue motivazioni”.
Don Jose Ruiz

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