Creatività: un potere dimenticato
Spesso, durante la nostra vita, abbiamo paura di cambiare qualcosa di noi che non ci piace. La paura ci nega l’esperienza del cambiamento. Preferiamo, a volte, rimanere nell’oscurità perché abbiamo timore della luce. Non siamo nati per soffrire e, malgrado la dipendenza della mente dall’oscurità, il nagual che c’è in noi è sempre alla ricerca della luce. Se non riusciamo a trovarla da soli, la vita creerà situazioni che ci spingeranno verso di essa. Questo concetto è fondamentale nel percorso che abbiamo iniziato, una serie di articoli
Tuttavia, anche quando andiamo verso la luce, c’è chi ci dice che non siamo abbastanza bravi per farlo, che non abbiamo la forza necessaria e che dovremmo arrenderci. Queste voci possono provenire dall’esterno (dalle altre persone) oppure da dentro di noi.
Il potere della creazione
In quanto maestri del sogno, gli sciamani insegnano che gli strumenti più potenti all’interno del sogno non sono la scaltrezza mentale e la forza ma bensì l’immaginazione e la creatività. Nella tradizione tolteca (tradizione che abbiamo iniziato a conoscere nei precedenti articoli) queste voci vengono chiamate il parassita. Se ascoltiamo il parassita e crediamo alle sue menzogne senza metterle in discussione, resteremo sempre nell’oscurità e non comprenderemo mai il nostro vero potenziale.Questi sono gli strumenti dell’artista e usarli consapevolmente è il primo passo per creare il sogno che vogliamo. Tutti abbiamo dentro di noi il potere dell’immaginazione, ma molti di noi, crescendo, lo hanno dimenticato. Quando mettiamo da parte immaginazione e creatività, proviamo una sensazione come se la nostra vita stesse ristagnando, come se non ci fosse niente di nuovo o di diverso per noi. La vita ci sembra piatta. La creatività è un aiuto meraviglioso per rompere l’abitudine della mente alla sofferenza, perché creatività e sofferenza sono ricerche opposte. Quando diventiamo consapevoli di queste nostra capacità possiamo andare contro ogni barriera che abbiamo costruito e abbatterla.
Una lezione di consapevolezza
Ogni qualvolta viviamo una nuova esperienza, la nostra mente le associa subito una sensazione positiva o negativa. Una volta sperimentata, la mente ha la tendenza a pensare di conoscerla perché si appoggia a reminiscenze passate invece che all’esperienza presente. Questo accade con gli oggetti, con i luoghi e con le persone. Viviamo sempre più spesso sotto il condizionamento della nostra mente invece che nel presente in cui le cose stanno realmente accadendo. La mente prende poi queste definizioni, quelle proiezioni, quelle memorie e costruisce con ciò che percepisce delle storie che spesso non hanno nessun fondamento con la realtà. Per esempio, supponiamo che una persona che non conosciamo entri nella stanza dove ci troviamo. La mente può trarre subito delle conclusioni su di lei basandosi su come è vestita, dal colore della pelle, sull’apparenza fisica e così via. In questo modo la mente proietta le sue aspettative sulla persona che ci sta di fronte basandosi sui ricordi delle esperienze passate. Capire la differenza tra ciò che avviene nel mondo e ciò che avviene solo nella nostra mente è la chiave per trovare la nostra libertà personale. Affrontare il parassita che è dentro di noi e eliminarlo è uno dei passaggi più importanti del sentiero sciamanico. Questa è la consapevolezza.
La padronanza della consapevolezza
La parola consapevolezza per i toltechi vuol dire dare totale attenzione a tutto ciò che accade intorno a noi. La consapevolezza implica la disponibilità a sperimentare ciò che sta accadendo ora e a osservare tutto ciò che arriva nel campo della percezione come novità in questo momento, anche quando la nostra mente ci dice che lo abbiamo già visto più e più volte. Consapevolezza vuol dire anche utilizzare tutti i sensi per capire ciò che sta accadendo attorno a noi. Se siamo consapevoli delle nostre costruzioni mentali, siamo in grado di non farci ingannare dalle credenze, idee e storie che, pur non essendo vere, provocano in noi delle reazioni. In questo modo, cogliamo sul fatto la mente che cerca di nutrire la sua dipendenza dalla sofferenza e togliamo via le trappole quando si manifestano. Rafforzare la nostra consapevolezza ci aiuterà poi a sconfiggere la nostra negatività. La padronanza della consapevolezza è lo stato superiore: prendiamo le redini della nostra mente invece di permetterle di governarci.
Continua questo percorso leggendo il prossimo articolo: clicca qui!