Come usare la rabbia per costruire la vita che vorremmo

Ti è mai stato detto di non arrabbiarti perché la rabbia fa male?

Te lo chiedo perché a me è stato detto tante volte, insieme al “conta fino a dieci prima di parlare”, anche se avresti tutte le ragioni per urlare ciò che senti.

Non sempre ho compreso il perché di certi suggerimenti, che percepivo più come atti di sfiducia nei confronti della mia capacità di ottenere ragione, piuttosto che come consigli utili alla crescita.

Ciò perché, erroneamente, i più considerano la rabbia come la leva di un’affermazione personale più ampia, disponibile a compiersi solo se manifestata apertamente o contro qualcuno. Ne deriva una condanna morale della stessa, annoverata tra le emozioni più negative, da combattere assolutamente.

In verità non c’è nulla di sbagliato nella rabbia o in qualunque altra emozione, purché la si viva mantenendo l’attenzione su quello che si fa.

Nel libro La via del guerriero di pace Socrate (il maestro misterioso) dice a Dan (discepolo giovane e inquieto) che “la rabbia è un potente strumento per trasformare le vecchie abitudini e sostituirle con comportamenti nuovi”, ciò perché, prosegue, mentre “la paura inibisce l’azione, la rabbia la genera”. Ed è incredibile quanto questa affermazione sia vera!

Imparando ad usare correttamente la rabbia infatti, è provato che sia possibile trasformare la paura in rabbia e la rabbia in azione. Un’alchimia interiore che è forse il segreto di tutte le cose.

Non basta volere il rispetto o la comprensione degli altri. Il rispetto e la comprensione si guadagnano agendo in modo corretto, smettendola, innanzitutto, di essere fieri della propria mediocrità.

“Le emozioni – dice Socrate al giovane Dan – “sono fenomeni naturali come i fenomeni atmosferici. A volte c’è paura, a volte dolore, a volte rabbia. Le emozioni non sono un problema. Il trucco sta nel trasformare l’energia delle emozioni in un’azione costruttiva”.

Se consideriamo la spinta che certe emozioni possono darci per attuare un cambiamento nella nostra vita, sarebbe giusto iniziare a riconoscerle e, se possibile, canalizzarle verso obiettivi importanti.

Da questo punto di vista è indispensabile tenere a mente che per liberarsi dalle vecchie abitudini, occorre concentrare tutta l’energia non nel combattere il vecchio, ma nel costruire il nuovo”.

Questa è la regola delle regole. Finché saremo concentrati su ciò che è passato, la vita non andrà mai avanti e nulla cambierà per davvero. Per superare ciò che ci ha fatto male, per dimenticare quello che ci sconforta e impedisce di guardare con animo fiducioso al futuro, è necessario andare avanti e utilizzare l’energia delle emozioni che abbiamo nel cuore per fare nuove cose, costruire nuovi progetti, accogliere nuove felicità.

Come quando una storia d’amore o un matrimonio finiscono. All’inizio il dolore è pari a quello per la morte di una persona cara. Si tratta a tutti gli effetti di un lutto, dicono gli psicologi. Per guarire bisogna tuttavia evitare di logorarsi per mesi andando a rovistare nel passato e pensare piuttosto a come fare per ritrovare il passo verso un nuovo futuro.

Ora tu dirai che non è facile ma…ti assicuro che invece lo è. Il tempo che passa ha il potere di attutire il dolore intenso dei primi momenti. Poi, quando sopraggiungono, è necessario concentrarsi sulla rabbia, sulla tristezza o sulla gelosia che certi eventi possono suscitare anche a distanza e non mandarle via. Solo concentrandosi sul presente di quelle emozioni sentiremo nascere nuove energie da mettere in campo per ricostruire noi stessi. Perché la vita va avanti e la differenza la faranno sempre le azioni che intraprenderemo per scriverne nuovi capitoli.

“La via del guerriero è l’azione”, dice il maestro a Dan, occorre concentrarsi e stringere i pugni fino a sentire dentro una forza inedita.

La meditazione è uno strumento potentissimo. Chi la fa correttamente ne scopre i benefici a poco a poco. È una specie di cerimonia, dice Socrate a Dan, “un momento particolare per sviluppare l’equilibrio, l’agio e il divino distacco”. Infine, sostiene l’enigmatico maestro, occorre impadronirsi di questo rito prima di portarlo nella vita quotidiana, dove peraltro può essere d’aiuto a tante cose, quando la si impara a praticare correttamente.

Nei prossimi articoli spiegherò come fare per ottenere la felicità che si desidera ardentemente. Passerò in rassegna tutte le esperienze vissute nella mia vita e vi racconterò come ho fatto per superare il dolore, l’abbandono e lo sconforto. Soprattutto condividerò con voi la via che mi ha condotta alla felicità e, se lo vorrete, una parte di questa via la percorreremo insieme.

Autori internazionali e personaggi che mai e poi mai avrei pensato di poter conoscere e che invece sono stati e saranno sul palco di Life Strategies per indicare il percorso da seguire verso la felicità e insegnare con esercizi pratici ciò che talvolta leggiamo in alcuni libri ma non riusciamo a mettere in atto nella nostra quotidianità.

E sì perché bisogna essere felici ogni giorno, non in generale e in conseguenza di eventi esterni a noi. Dobbiamo imparare a compiere quei gesti che possono fare la differenza in ogni istante.

E qui arriva la domanda delle domande: tu vuoi essere davvero felice?

Ripeto la domanda perché tu non ne dia una risposta affrettata e immediata. Vuoi essere davvero felice?

Lo chiedo perché la felicità è una scelta consapevole e non tutti sono disposti a fare ciò che ottenerla richiede in termini di azioni e rinunce. Essere felici è prima di tutto un’azione di responsabilità e coraggio, ecco perché la maggior parte di noi trova mille scuse per dire che non sarà mai felice o che la felicità non esiste. Ciò che tuttavia mi fa più rabbia è sapere che qualcuno potrà dirti di rimanere con i piedi per terra, scoraggiandoti in qualche maniera.

Concludo allora questo articolo con una frase tratta da un film di Gabriele Muccino uscito nelle sale nel 2006, “La Ricerca della Felicità”, che tanto successo ha avuto in tutto il mondo. È tratta dal dialogo intimo tra un padre e un figlio. “Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa…neanche a me, ok?”. Il figlio risponde “Si, papà!”. E allora il padre riprende con una frase che dedico a tutti voi, in attesa del prossimo articolo. “Se hai un sogno, tu lo devi proteggere, quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare, se vuoi qualcosa…vai lì e inseguila!”.

Sara Pagnanelli
Fondatrice di Life Strategies

Sara Pagnanelli, Fondatrice e Vice Presidente Life Strategies

 

 

 

 

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