Wabi Sabi: dal Giappone, la bellezza dell’imperfezione

wabi sabi

Wabi Sabi: niente è perfetto. E allora?

Sono veramente poche le persone che, quando si svegliano al mattino e si guardano allo specchio, dichiarano tranquillamente a loro stesse “è davvero tutto ok, va tutto alla perfezione.” E se e quando capita di dirlo, non è mai per sempre. È la vita, certo, diremmo. Guarda che il mondo non è tutto rose e fiori, diremmo ancora.

La verità è che, anche qualora dovessimo accettare che l’esistenza stessa è buio e luce, vita e morte, nero e bianco, tra visibile e invisibile, ci sentiamo ovviamente tristi quando siamo esposti con le nostre vulnerabilità e fragilità. E che nulla di quello che siamo, viviamo, abbiamo o facciamo è perfetto.

E qui entra in gioco Wabi Sabi. Ne hai mai sentito parlare?

Possiamo iniziare col dire che è un principio giapponese, molto difficile da rendere con una degna traduzione, secondo il quale la bellezza sta nella non perfezione. Il Giappone, da sempre Paese molto spirituale, non poteva non essere la culla di questa visione tratta dagli insegnamenti buddisti. Wabi Sabi è incompletezza, incompiutezza, vulnerabilità, imperfezione, transitorietà, impermanenza. 

Wabi Sabi: la bellezza che non ti aspetti

La maggior parte delle persone quando pensa a Wabi Sabi pensa all’arredamento. A uno stile che è più vicino alla natura, lontano dalle linee artificiali e perfette. Nell’articolo di Laura Puglisi su living corriere, possiamo trovare una bella descrizione di cosa sia Wabi Sabi:

“La tendenza del Wabi-sabi è basata sul pensiero giapponese che invita non solo ad accettare l’imperfezione, ma a trovare in essa la bellezza delle piccole cose. Anche, e soprattutto, nei difetti. […] si sviluppa all’insegna della semplicità e trova nella natura il suo più fedele alleato. Come la natura cambia in continuazione, questa filosofia è un incoraggiamento ad accettare con consapevolezza lo scorrere del tempo.

Uno stile di vita che si basa su tre principi: nulla è perfetto, nulla è finito e nulla è duraturo. Tutto ciò si riflette in interni che non rincorrono una perfezione impeccabile, ma che riflettono la quotidianità di chi li abita.”

Wabi Sabi Foto Elsa Young
Foto Elsa Young

Anche Cosmopolitan ci dà una visione chiara:

“C’è molta bellezza anche in un fiore quando è appassito, non solo quando è fresco e rigoglioso. L’espressione Wabi Sabi è un modo di vivere la vita e guardare alla realtà che ridà valore a ciò che altrimenti sarebbe considerato perduto, sbagliato, senza potere. Il fascino dell’antico, del rustico e del grezzo, un’eleganza che si mostra senza essere invadente, un concetto di bellezza consapevole del cambiamento naturale degli eventi e delle persone.”

Ora, immagina il Wabi Sabi nella tua quotidianità, non solo nell’arredamento o nel campo estetico. Immagina il Wabi Sabi sul piano psicologico. Marianna Pogosyan, Ph.D., docente di psicologia culturale, scrive su Psychology Today:

“Wabi-sabi ha un posto anche nella nostra psicologia. L’incessante ricerca della perfezione – nei possedimenti, nelle relazioni, nei risultati – spesso favorisce giudizi affrettati. È qui che wabi-sabi invita a una pausa. Apre lo spazio. Per l’accettazione e il perdono. Per la consapevolezza. Per aver visto la bellezza delle cose imperfette, inclusi noi stessi e i nostri simili. Per apprezzare lo scorrere del tempo. Riconoscere l’impermanenza del mondo che ci circonda ha sfumature di malinconia. La maggior parte delle cose significative lo fanno. Anche la felicità, a ben guardare, ha le sue rughe e i suoi spigoli. Ma c’è anche un sollievo. Una liberazione dall’ostaggio della perfezione. Una resilienza e un impegno per continuare a trovare la bellezza nei luoghi più inaspettati.”

Immagina che quell’imperfezione che riguarda tutti noi possa essere davvero “bella”, proprio come gli ambienti naturali, rustici e genuini che abbiamo visto sopra. Per Selene Calloni Williams, antropologa e psicologa, Wabi Sabi è, tra le altre cose, “il coraggio di essere felici”. La psicologa ci mostra proprio come la bellezza, e la felicità che da essa ne può scaturire, può scorgersi in ogni cosa, l’unico elemento a fare la differenza è il coraggio. In un’intervista rilasciata a IoDonna, Selene sostiene: «Abbracciare questa pratica effettivamente aiuta molto in un momento in cui il flusso della società richiede a tutti di essere perfetti e performanti. Permette di condurre una vita in sintonia con i ritmi della natura. Si impara a seguire il flusso, ad accettare il cambiamento e la transitorietà».

E su Vanity Fair, Francesca Favotto chiede a Selene: Quindi, cosa bisogna fare per vivere in modo Wabi Sabi?

«Vivere, appunto. Nel libro ci sono indicate numerose pratiche, ma di fatto il Wabi Sabi è uno stile di vita. Vivere senza desiderio di controllo, immersi nell’attimo che c’è adesso: vedere una farfalla che ci vola davanti e fermarsi a ringraziarla. Questo è essere in sintonia, in armonia con l’universo e su questo la mente non ha alcun potere. Il destino alla fine non è altro che attimi che ci rivelano il cammino: se ci concentriamo sul voler imparare la strada, finiamo per non fare nemmeno un passo. Non attacchiamoci alle cose materiali: sebbene si pensi il contrario, non durano. L’amore è dissolversi, è far parte di quel vuoto, che in sanscrito è descritto come Sunyata, ovvero la vacuità piena, che riempie di bellezza e di gioia».

Selene cerca da sempre di fornire alle persone strumenti pratici e visioni che possano farli sentire sempre più realizzati e liberi. Wabi Sabi è, su questo piano, “una via di poche mosse, quelle decisive e vincenti”. Le pratiche e i rituali condivisi da Selene possono trasformarci in “guerrieri Wabi Sabi”, che riescono ad attingere alle vulnerabilità per renderle doti straordinarie. È così che possiamo diventare più resilienti. Accettare l’imperfezione è un antidoto contro la paura. Alla fine, avere la consapevolezza che ogni nostro timore e ogni nostra fragilità possono diventare forze ci rassicura e ci dà l’impressione, veritiera, che possiamo fare e realizzare qualsiasi cosa, perché nulla può fermarci.

La via del vortice è uno stile di vita che si ispira alla tradizione giapponese del Wabi Sabi, ecco perché il corso con Selene Guerrieri Immaginali, la via del vortice Wabi Sabi è un percorso mozzafiato di ribellione, destrutturazione e liberazione.

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