Attenzione, la lettura di questo post è caldamente sconsigliata a chi crede che una relazione felice sia basata sulla perfezione. Desideriamo informare i signori lettori che l’errore più grave che si può commettere in un rapporto di coppia è non commettere errori.
Nessuna relazione è immacolata e nessuno di noi può vantare di non aver mai compiuto passi falsi nel proprio rapporto di coppia.
Errare è umano dicevano i latini ma non è solo il perseverare ad essere diabolico. Lo è anche pensare che gli errori siano tutti uguali. Ci sarà un motivo se a scuola la maestra segnava con il blu gli errori di disattenzione e col rosso quelli gravi da non ripetere più.
Lo stesso vale per i rapporti di coppia: ci sono sbadataggini lievi sulle quali siamo disposti a passar sopra e ci sono mancanze più gravi che invece rischiano di compromettere la serenità del nostro legame. Già, ma quali sono? Niente allarmismi: ecco una lista che vi farà chiarezza sugli errori assolutamente da evitare.
1. Per lui: il mutismo
Quando una relazione è consolidata nel tempo è facile contrarre la “silenziosite”: patologia che colpisce buona parte della popolazione maschile.
I sintomi? Mutismo acuto e propensione a rimandare a domani le discussioni scomode. È la partner femminile a notare questa comune affezione: “Era tanto pieno di idee, prima del matrimonio, aveva tante cose da dire, era così comunicativo, stavamo ore a parlare e adesso che siamo sposati non ha più niente da dirmi!”.
Cura: il nostro esperto psicoterapeuta Giulio Cesare Giacobbe suggerisce di riappropriarsi del dialogo in quanto ingrediente base per un matrimonio davvero felice. Si badi bene: per “dialogo” non s’intende decidere chi va a prendere i bambini a scuola o cosa comprare al supermercato ma avere il coraggio di discutere di problemi personali e di coppia o semplicemente condividere i propri pensieri.
2. Per lei: il rimprovero inutile
C’hanno sempre chiamate il “gentil sesso”, già dai tempi di Dante, ma oggi anche il sommo poeta rivedrebbe quest’espressione.
Diciamocelo, spesso nelle parole che rivolgiamo al nostro partner di gentile non c’è proprio nulla. Quante volte l’abbiamo bacchettato per il look improponibile, per la battuta fuori luogo, per quel “decidi tu”, “fai tu” che tanto ci fa innervosire?
Questi rimproveri apparentemente innocui, almeno nell’inconsapevolezza con cui li pronunciamo, possono rivelarsi fatali. John Gray, psicosessuologo e terapeuta della famiglia, sostiene che correggere il suo comportamento, dicendogli di continuo cosa fare e cosa no, lo fa sentire poco amato e ammirato. Evitiamo di trattarlo come fosse un bambino se non vogliamo demotivarlo!
3. Per lui e per lei: la gelosia
La gelosia è un sentimento che non ha genere: colpisce sia gli uomini che le donne anche se con delle differenze sostanziali. Due ricercatori, David Frederick (Chapman University) e Melissa Fales (UCLA), hanno scoperto che gli uomini hanno una gelosia di tipo sessuale, le donne una di tipo emozionale. Il punto però non è che tipo di gelosia provate ma quanta. Paolo Crepet, uno dei più grandi psicologi italiani, avverte: un pizzico di gelosia può fare miracoli, due combinare un disastro.
4. Per lei: la lamentela compulsiva
Com’è che si dice? Fai cento cose buone e nessuno se ne accorge, fai un solo sbaglio e te lo rinfacceranno per tutta la vita. Quello di non riconoscere cosa il partner fa per noi e di lamentarci per ciò che invece non ha fatto è un errore che spesso noi donne commettiamo. John Gray però ammonisce: così facendo il nostro uomo non solo si sentirà “dato per scontato” ma anche non amato se non siamo in grado di apprezzare ciò che lui fa per noi. Non conviene cambiare rotta allora?
5. Per lui: la monotonia
Guai a relegare la dimensione del gioco e dello scherzo solo alla sfera delle amicizie. Ridere e divertirsi insieme sono imperativi irrinunciabili per un rapporto di coppia che funzioni. E, per farlo, non c’è bisogno di stendere il lenzuolo di Twister né di rispolverare il Monopoli che giace in soffitta. A volte basta trasformare la routine domestica in una sfida di coppia, ovviamente con un premio in palio. A buon intenditor…
6. Per lei e per lui: non smettere di progettare
L’etimologia del verbo progettare racchiude in sé il senso dell’amore. Deriva dal latino proiectum, ovvero gettare avanti, creare un ponte tra l’idea che abbiamo in mente e la sua realizzazione. Se ci fate caso, questo verbo è associato solo alle prime fasi della vita a due: la ricerca di una casa, la convivenza, il matrimonio, i figli. Superate tutte le tappe, il desiderio di guardare avanti insieme si assopisce. Invece è importante continuare ad alimentarlo, anche partendo dalle piccole cose. Progettate un viaggio, un hobby da condividere, una passione: insomma costruite. A cosa serve il futuro se non a nutrire il presente?