Il permesso di essere felici: il coraggio di dire no
Fin da piccoli ci preoccupiamo di farci amare dagli altri. Ognuno di noi cresce con il proprio metodo per farsi voler bene e accettare dalle altre persone.
Che sia consapevolmente o inconsapevolmente, questa dinamica che applichiamo fin dalla tenera età innesca una reazione a catena, che ci conduce a dimenticare noi stessi, a mascherare chi siamo veramente, a sentirci non ok e quindi a cercare di essere qualcun altro.
Questo, a lungo andare, si manifesta tanto nella personalità quanto nei comportamenti. A livello pratico, la conseguenza più palese e immediata è che facciamo fatica a dire di no.
Perché?
Perché abbiamo paura che, chiedendo, possiamo offendere gli altri o essere un peso. Temiamo che gli altri non ci amino più, non ci accettino né ci apprezzino per ciò che sentiamo. Il “no” diventa qualcosa di cui vergognarci, perché maschera un permesso che ci neghiamo: quello di essere noi stessi e di essere felici, a prescindere da quello che pensano gli altri o da quello che potrebbero aspettarsi da noi.
Questo meccanismo di auto-sabotaggio avviene in mille ambienti: al lavoro, nell’ambiente domestico, nella coppia, tra amici e dentro di noi.
Il coraggio di dire no: come smettere di “tradire” noi stessi
Lucia Giovannini, PHD in Psychology e Counselling e membro dell’American Psychological Association, sostiene:
Dicendo NO, abbiamo paura in qualche modo di tradire gli altri. Ma in realtà stiamo tradendo noi stessi.
Con il passare del tempo e a forza di dire sempre Sì agli altri, smettendo di chiedere ciò di cui abbiamo veramente bisogno e timorosi di non far sentire la nostra voce, smettiamo anche di sapere chi siamo, di conoscere quello che ci piace.
Soffocando le nostre necessità finiamo per non avere più chiaro che cosa vogliamo.
Ci meritiamo non solo di poter incarnare la nostra diversità (di opinioni, sessuale, di religione, di credo, di idee) ma di essere noi stessi, liberi di seguire la nostra missione e di stare in contatto profondo con la nostra anima.
Dire No non è sempre facile, perché non lo è accettare la disuguaglianza, la voce fuori dal coro, la diversità di opinione. Sappiamo invece che i No spesso nella storia e nella società hanno portato a grandissime cose, perché il confronto fa crescere. Un esempio tipico lo possiamo vedere nelle imprese: nelle aziende dove c’è un solo modo di vedere le cose vi è meno innovazione.
Il coraggio di dire no: un esercizio per allenarci con i no più facili
Il coraggio di dire No rappresenta un aspetto importantissimo per poter vivere sereni e per sviluppare e mettere a frutto le nostre potenzialità.
A livello teorico, siamo tutti d’accordo: sembra tutto molto facile.
Ma nell’atto pratico, come possiamo fare per smettere di soffocare la nostra interiorità?
Lucia Giovannini ci spiega che, per riuscire a dire i No più difficili, abbiamo bisogno di allenarci con i No più facili; allenandoci con le domande più facili possiamo poi arrivare a fare le domande più difficili.
Ecco un piccolo esercizio che possiamo fare, suggerito da Lucia. Il primo passo è sicuramente quello di avvisare chi ci sta vicino. Spiega tranquillamente che stai facendo una sorta di esperimento.
Ecco cosa fare:
Allenati a dire 3 No e a fare 3 richieste al giorno.
A casa, con gli amici, negli ambienti familiari: man mano che abitueremo la nostra mente attraverso piccoli passi, capiremo l’importanza che abbiamo, comprenderemo che possiamo darci il permesso di essere felici, soddisfatti e fedeli a noi stessi.
Non è una colpa e non occorre un motivo per essere felici.
Basta concederci il permesso di esserlo.
Il permesso. È questa la parola chiave e troppe volte siamo noi stessi a non darcelo. Come se una vocina dal profondo ci dicesse che la vita è sofferenza e che essere felici è pericoloso. O da egoisti. O ancora che se ci concedessimo la felicità, se stessimo davvero bene con noi stessi, con gli altri e con la nostra vita, poi la dovremmo pagare in qualche modo.
Questa sensazione, che sicuramente conoscerai bene, non può – e non deve – durare per sempre.
Così come negli anni abbiamo inconsapevolmente imparato a pensare e sentire in questa maniera disfunzionale e pericolosa per il nostro benessere, allo stesso modo possiamo imparare a essere sereni, in pace con noi stessi e con il mondo.
Darci il permesso di essere felici significa aprirci alla possibilità di farci contagiare dall’amore, dalla prosperità, dalla gioia, dalla vita. Senza questo lasciapassare non ci possono essere crescita, evoluzione, trasformazione.