A cura di Life Strategies
La persona che frequentiamo, a volte, diventa un peso di cui desideriamo liberarci.
Messaggi, chiamate, persino una gelosia eccessiva per una relazione che ancora non esiste: sono solo alcuni dei campanelli d’allarme che ci suggeriscono di scappare da una realtà tossica.
Non è semplice riuscirci, in particolar modo perché coesistono tante emozioni dentro di noi, che vanno dal timore di essere giudicati fino al senso di colpa per aver accettato la frequentazione. Ci sentiamo bloccati in una gabbia, in cui le uniche emozioni che proviamo sono disagio e paura, eppure il bisogno di trovare una via di fuga deve vincere su qualsiasi altro pensiero.
Igor Sibaldi, filologo che esplora il potere della consapevolezza e le aree extratemporali della mente, ci fornisce una chiave di volta per liberarci dalle catene e trovare la libertà da cui siamo stati sottratti inconsapevolmente.
Partiamo dal prendere atto che il corteggiamento si basa su schemi razionali che ogni essere umano applica, una capacità radicata nella ragione e che può essere sfruttata per affrontare la situazione. Comprendere questo punto di vista ci consente di capire che all’interno del corteggiamento sì, ci siamo noi, ma anche tanti fattori che all’altra persona non interessano, tipo i legami di parentela, la storia personale, etc.; e altri elementi che il partner è interessato a conoscere.
Affinché la frequentazione vada a buon fine, il corteggiatore è costretto a fare “giri sempre più stretti”, come sostiene l’esperto, compiendo un viaggio che, in realtà, è uno schema razionale le cui coordinate si basano su tre domande: dove, come e che cosa. Sono punti cardine che lui, o lei, seguirà per giungere al suo obiettivo, ovvero averci.
È qui che parte la controffensiva, è da questo cambio di prospettiva che possiamo scoraggiare la frequentazione, spostandola dal piano della ragione a quella del pensiero, con una semplice domanda: “Uscirò con te, ma prima devi rispondere alla domanda: perché dovrei uscire con te?”. Poche parole per cogliere di sorpresa l’altro, per leggere nel suo sguardo quello smarrimento che cercherà di compensare con un “perché ti amo”. Una risposta, questa, che potrebbe farci sorridere e dimenticare la gabbia nella quale ci troviamo, tuttavia si tratta di un escamotage per evitare di dare la vera motivazione poiché una vera motivazione non c’è. Ciò che ci sta dicendo è il motivo per cui lui, o lei, ha deciso di uscire con noi.
Sibaldi ci invita a porre di nuovo la domanda dato che prenderemo di nuovo alla sprovvista l’altra parte, lasciandola interdetta e senza una risposta valida. Anzi, sarà proprio quest’ultimo a trovare una scusa per terminare la frequentazione.
Ciò non è altro che la manifestazione del fatto che spostarsi dalla ragione al pensiero ci cambia il mondo e non c’è esperienza più violenta del cambiamento di mondo nella psiche: all’improvviso crolla tutto.
Ragione e pensiero, difatti, sono nemici e quando la ragione si sente messa con le spalle al muro dal pensiero, richiama a sé il sentimento – suo principale alleato – che funge da freno della sensazione, alleata del pensiero. Sentimenti e sensazioni sono due parole simili e che ci sembra abbiano quasi lo stesso significato, tant’è che le utilizziamo come sinonimi quando ci rivolgiamo a relazioni o ad altre persone per cui sentiamo qualcosa.
Sentire: è proprio da questo verbo che entrambe derivano e attraverso cui percepiamo il mondo per intero. Ricordandoci le differenze che sussistono tra sentimenti e sensazioni e tra ragione e pensiero, siamo in grado di difenderci e di liberarci dalle gabbie nelle quali spesso ci ritroviamo senza nemmeno rendercene conto.
Continueremo a parlare di sentimenti e sensazioni e di come volgere situazioni negative a nostro vantaggio insieme a Igor Sibaldi a Sentimenti e Sensazioni, il corso di un’intera giornata a Milano e online, sabato 13 aprile. Clicca qui per saperne di più!
