Cos’è l’imprevisto?
Siamo abituati a vederlo come un evento indesiderato che porta scompiglio. Ma se, per una volta, lo accogliessimo? Se per questa volta, con coraggio, decidessimo di abbracciare quest’imprevisto e diventare la sorpresa che gli altri non si aspettano?
Proviamo!
Un po’ di storia: una Nuova Vita ci attende
All’inizio del ‘900 moltissimi abitanti del Sud Italia emigrano in America, trovandosi improvvisamente in un mondo sconosciuto. Questi coraggiosi si costruiscono una nuova vita, più stabile di quella a cui avrebbero potuto aspirare nel proprio Paese, e danno forma, in poche generazioni, a nuove identità.
Questa storia ci insegna che il modo per liberarsi dei propri limiti consiste nel cambiare le vecchie abitudini e riuscire a vedere la novità anche dove è difficilissimo notarla. Si tratta, come fecero i migranti, di diventare un Io.
Questo cambiamento di prospettiva sposta la nostra attenzione dal mondo in cui siamo immersi, con le sue regole e i suoi sistemi, alle situazioni, alle condizioni delle quali possiamo liberarci perché sono solo una piccola parte di un tutto molto più grande.
Chi riesce a farlo potrebbe sorprendersi della propria genialità e della propria capacità di decidere come devono andare le cose nella propria vita.
È importante essere al centro del proprio mondo, altrimenti i confini che ci circondano saranno talmente stretti da non permetterci di esprimere a pieno chi siamo. Ecco cosa succede in quello che Igor Sibaldi definisce sottomondo.
Per ampliare i nostri confini, invece, dobbiamo spostarci al centro del mondo che conosciamo, prendere in mano il timone della nostra vita e decidere per noi stessi.
Una domanda importante
Cosa ci blocca? Questa è la domanda!
Igor Sibaldi, esperto di filosofia e teologia, ci ha insegnato che porre domande è importantissimo: e allora cosa davvero ci blocca in tutto questo?
Il senso di colpa.
Il senso di colpa è quella sensazione di essere sempre sbagliati, che ci porta a pensare che gli altri, a prescindere dalle abilità, ottengano risultati migliori di noi. Invece, dentro di noi ci sono grandi capacità che non usiamo proprio a causa del senso di colpa.
Il senso di colpa è ciò che ci tiene legati a un sottomondo, nella convinzione di essere sbagliati. Solo rendendoci conto di questo possiamo eliminare il senso di colpa alla radice: gli altri continueranno a fare ciò che hanno sempre fatto, ma noi prenderemo coscienza che le nostre capacità sono diverse e di certo particolari rispetto a quelle di chiunque altro.
Per liberarci dal senso di colpa dobbiamo spostarlo dal piano dell’essere (l’idea di essere sbagliati) a quello dell’avere (l’idea di avere l’atteggiamento tipico di chi si sente sbagliato), e infine al piano del fare (l’idea di fare ciò che farebbe chi si sente sbagliato).
Infatti, tutto ciò che semplicemente facciamo può essere cambiato immediatamente facendo qualcosa di diverso.
La formula da seguire, quindi è: ESSERE >>> AVERE >>> FARE.
È un bene “avere ragione”?
Le persone vogliono certezze ed è per questo che si avvicinano ai tanti “noi” che ci circondano: l’azienda, la religione, lo Stato, gruppi vari, ognuno dei quali non fa che fornire risposte, anziché porsi domande. Invece, sono proprio le domande quelle che dobbiamo cercare.
Aver ragione ci tiene legati a quella dimensione stretta, quel sottomondo dove si vive poco.
Piuttosto, meglio pensare di avere torto e farsi domande: dobbiamo rimanere sempre in fase di apprendimento.
“Nella vita” dice Sibaldi, ma forse non solo lui, “o hai ragione o sei felice”.
Sinceramente: cosa vuoi scegliere?
Chi non vuole che tu cambi, ti darà sempre ragione. Tienilo a mente. Tu continua a porti delle domande e poi crea il vuoto dentro di te.
Perché il vuoto?
Perché anche Dio creò il mondo dal nulla, dal vuoto. Facendoci delle domande apriamo dei vuoti che la realtà tende a riempire fornendoci le risposte, ma queste possono arrivare solo se abbiamo fatto lo spazio necessario. Senza spazio, non possono arrivare cose nuove da scoprire.
Se non impari a perdere, non vincerai mai
Ponendoci tante domande, tuttavia, scopriremo che per molte di esse non esiste risposta: questo farà male. Questo “dolore” però è positivo ed ha una spiegazione.
È noto che le critiche sono più stimolanti dei complimenti (ragion per cui il pensiero positivo e tutte le sue declinazioni favoriscono poco il cambiamento). Perciò, possiamo dedurne che se non impariamo a perdere, non vinceremo mai: è grazie alle cadute che possiamo rialzarci più forti di prima.
Quante storie conosciamo, anche tramite il cinema, di persone che alla fine ce l’hanno fatta dopo mille cadute! Questa è la storia di tutti noi e dobbiamo cercare di viverla in questo modo per trarne forza, energia e affrontare le sfide con coraggio. È questo a darci il giusto impulso per fare dei balzi in avanti. Affronta le sconfitte, fai errori, poniti domande e se farà male non preoccuparti, perché ti renderà più forte.
Crescere, in fondo, implica una condizione di incertezza, di imprevedibilità.
Quello che oggi sai di te non descrive tutto ciò che sei e ciò che sarai domani, e questo è rassicurante perché permette di vivere liberi dal passato. Il nostro passato non dice nulla di noi.
“Sarò qualcosa che ancora non si è espresso”: ecco cosa ci può descrivere.
Ci vuole un grandissimo coraggio a scappar via dal nostro passato, ma ora sappiamo che possiamo farlo: abbandoniamo questo passato e iniziamo a realizzare l’infinito come ci esorta Igor Sibaldi.
Igor terrà diversi seminari con noi, live e streaming. Se sei interessato a saperne di più e a conoscere le modalità di partecipazione clicca qui!