A cura di Life Strategies
Il rapporto con i nostri figli è caratterizzato, sin dalla loro nascita, dal dominio delle emozioni primarie: abbiamo paura per la loro sopravvivenza finché non sono grandi, siamo addolorati per ogni piccolo incidente o insuccesso, siamo dipendenti dal piacere che ci dà stare insieme a loro. E, anche se ci dispiace ammetterlo, spesso sono proprio loro a scatenare la rabbia più forte che abbiamo mai provato: quando ci mentono, quando ci provocano o ci manipolano. O, semplicemente, perché ci fanno arrabbiare nella giornata sbagliata.
Eppure, secondo il Professor Giorgio Nardone, psicologo e psicoterapeuta, il primo passo nel gestire la rabbia è riconoscere che possiamo provarla nei confronti dei nostri figli, senza che questo metta in discussione l’amore che proviamo per loro. La differenza è nella reazione che abbiamo a questa emozione: non dobbiamo dimenticare, infatti, che siamo modelli per i nostri figli. Gestire la nostra rabbia in modo sano insegna loro ad affrontare le proprie emozioni intense.
La rabbia non è il problema in sé
Come abbiamo detto, è essenziale comprendere che la rabbia è una reazione normale a una percezione di ingiustizia o frustrazione. Per questo, possiamo accettarla senza giudizio: la rabbia non è il problema in sé, ma è spesso sintomo di un problema non risolto, di un bisogno non ascoltato. Assumere questa prospettiva permette di evitare di cadere nella trappola della “patologizzazione” del comportamento dei figli che, a sua volta, può scatenare ulteriore abbia immotivata.
È importante, invece, riconoscere gli elementi scatenanti, o trigger, per prevenirne l’escalation, comunicando come ci sentiamo senza incolpare l’altro e predisponendoci all’ascolto.
Perché è così importante, proprio in quel momento, prendere una pausa prima di reagire e ascoltare attivamente i nostri figli? Perché serve a capire le loro prospettive, ci aiuta ad avere una reazione più appropriata e a trovare una soluzione condivisa ai conflitti, prevenendo risposte impulsive.
Il ruolo della comunicazione nella gestione della rabbia
Secondo Paul Watzlawick, eminente esponente della Scuola di Palo Alto che del Professor Nardone è stato maestro e mentore, quando esprimiamo rabbia, non comunichiamo solo il nostro disagio ma anche il nostro stato relazionale con il figlio.
La comunicazione, quindi, gioca un ruolo essenziale per compiere il passaggio successivo, che consiste nello spostare il focus dal problema alla soluzione. Una soluzione da cercare insieme: un approccio che, coinvolgendo i figli nella riflessione, promuove la loro resilienza e autonomia. In ogni famiglia, il genitore è allo stesso tempo maestro e studente: insegniamo la gestione delle emozioni, ma apprendiamo anche da ogni interazione con i nostri figli.
È così che, secondo il professor Nardone, la rabbia gestita in maniera strategica può diventare un potente alleato nel costruire una famiglia unita e capace di affrontare insieme le tempeste emotive.
Invece di vedere la rabbia come un nemico, possiamo vederla come un’opportunità per crescere e apprendere, sia per noi che per i nostri figli.
Ogni momento di rabbia può trasformarsi in un insegnamento su come affrontare le sfide, risolvere i problemi e rafforzare i legami familiari.
Continueremo a parlare di come gestire la rabbia, non solo in famiglia, ma in tutti i contesti relazionali, insieme al Professor Nardone in uno dei prossimi appuntamenti live e online: dimostrazioni con i partecipanti, interazione con domande e risposte, materiale didattico per scaricare a terra tutti i contenuti del corso. Scopri il prossimo appuntamento con Giorgio Nardone, cliccando qui!