I 5 passi per ritrovare equilibrio e pace del cuore

pace nel cuore

Quando per qualche ragione pensiamo che la vita ci abbia colpito ingiustamente, tendiamo a provare rabbia, delusione, amarezza. Sentimenti che ci avvolgono completamente, consumandoci all’infinito.

Sono riflessi del nostro animo ferito che, dopo una fase di normale abbandono, cedono il passo ad un malessere profondissimo, capace di spegnere ogni altro entusiasmo e farci diventare duri e astiosi nei confronti di chiunque provi a farci del bene.

La rabbia e l’odio provati verso un marito o una moglie che ci ha traditi e lasciati, verso un genitore che non ci ha amati abbastanza, verso un amico che ci ha pugnalato alle spalle, un fratello che ha disatteso i valori di un’infanzia comune o un progetto che non è andato come avremmo voluto sono molto diffusi.

Ognuno di noi, leggendo quest’articolo, può rintracciare nella propria storia un risentimento causato da fatti simili e vederci l’inizio o la fine di una nuova fase della propria esistenza, dominata da sentimenti meno positivi del passato e comunque protesi a ricercare in una qualsivoglia azione di rivalsa, l’opportunità di veder pareggiati almeno i conti.

dolore
Vivere per la “vendetta”, chiamiamola così, o per il “risarcimento” morale dei danni subiti, è solo una perdita di tempo, l’occasione di una nuova infelicità.

Ci sono passata, lo so cosa vuol dire provare tanta rabbia verso qualcuno, sentire il cuore impazzire dal dolore, non riuscire a pensare ad altro che fargli provare lo stesso. Ho attraversato tutto quello che c’era dentro e alla fine del percorso vi ho trovato risorse che non pensavo di possedere.

Liberarsi dal risentimento e dalla rabbia è come uscire dalla più cupa e tetra delle prigioni. Perché odiare costa troppe energie e non porta a nulla, se non a stare più male. Se non altro perché, ragionando in termini di rivalsa, non c’è miglior vendetta che essere felici e realizzati al cospetto di chi ci ha fatto del male. Ma se investiamo le nostre energie nel pensare al male da fare a qualcuno o a quello che quel qualcuno ci ha fatto, cosa rimane da investire per la nostra felicità?

Ragionavo di questi temi l’altro giorno al tavolino di un bar con un’amica carissima. La sua storia e i suoi dolori, molto simili a quelli che ho provato io in passato, mi hanno dato lo spunto per una riflessione più ampia, che vorrei condividere.

Il male fa parte della vita e per fortuna, perché altrimenti non potremmo godere delle gioie derivate dal fare e ricevere il bene a cui aspiriamo.

Ho imparato a considerare ogni dolore uno strumento di evoluzione interiore.

“Lasciando andare il passato… vendetta e morte non hanno più significato”.

Queste parole, tratte da un bellissimo libro di Dan Millman, I viaggi di Socrate, sono un balsamo che scende dolce sulle tante, troppe volte in cui tendiamo a crogiolarci nella morsa dei “se avessi detto”, “se avessi fatto”, inutilmente. Il passato è passato e nessuno potrà mai cambiarlo. Dobbiamo piuttosto imparare ad accettarlo, facendo pace con ciò che in esso è lezione di vita e strumento di elevazione ad uno stadio più alto della nostra esistenza.

La meditazione aiuta a distinguere chiaramente ciò che c’è dentro: ci fa capire gli errori, i perché, perfino i “cosa”, i “come” e i “dove” della nostra vita.

meditazione

Ogni volta che ho concentrato l’attenzione su certi pensieri ed emozioni, ho raggiunto un elevato grado di consapevolezza e ho provato un sentimento bellissimo e potentissimo: la gratitudine verso chi mi aveva fatto del male, per avermi permesso di diventare più forte.

Potrei dire che ho percorso la strada del “guerriero di pace”, come la definirebbe Millman, e che lungo quella strada ho incontrato la persona che sarei voluta diventare.

“Chi è in guerra con sé stesso viene sempre sconfitto. Ti supplico, fai pace dentro di te…”, dice il maestro Serafim all’aspirante guerriero Socrate, deciso a vendicare l’assassino della moglie e del figlio neonato. “Non tutti i sentimenti devono trasformarsi in azione. Che tu rimanga qui o che te ne vada, consegna la tua vita ad una volontà più alta”, gli dice con uno slancio quasi disperato.

È incredibilmente bella la storia che ci regala Dan Millman e la cosa incredibile è che, sebbene ne abbia dato contezza Hollywood, non tutti hanno colto l’elemento autobiografico e più profondo che contiene al suo interno.

C’è in ogni parola e riferimento pratico, una chiave di lettura della vita.

E colpisce che alcune di esse arrivino al cuore in modo così diretto da farlo tremare e piangere di commozione.

Socrate, l’antico filosofo greco questa volta e non il personaggio descritto da Millman, da cui pure esso prende il nome, diceva ai giovani ateniesi che la saggezza inizia dalla meraviglia. Ed è vero!

L’intelletto ci aiuta a capire come arrivare alla porta del paradiso, ma solo la saggezza del cuore può aprire quella porta e illuminare il nostro cammino.

Il paradiso è l’oasi di pace interiore che siamo in grado di costruirci ed è in grado di infonderci un equilibrio solido, che nessuno può portarci via.

Ottenere l’equilibrio di cui parlo è il risultato di un lavoro costante e certosino, che ha risvolti positivi nel tempo, solo se siamo disposti e cercare nel lungo termine le soddisfazioni del nostro divenire.

Ecco i 5 step per ottenerlo:

  1. Semplificare, fare pulizia delle relazioni e delle situazioni che non ci fanno stare bene. A cominciare da quelle negative, che sono nocive alla salute interiore. O alle cose, da quelle inutili conservate negli armadi a quelle, decisamente troppo ingombrati, conservate nelle nostre borse (qua parlo più alle donne che agli uomini! 🙂 ).
  2. Essere nel “qui ed ora” sempre e comunque, anche quando la mente vorrebbe volare altrove, nel passato dei nostri ricordi o nelle ansie per i giorni futuri. Bisogna imparare ad accorgersi quando sta andando in un’altra dimensione temporale e fermarla prima che sia tardi. Come? Basta essere concentrati sui pensieri che si stanno facendo in un dato momento e dominarli, cambiarli, ridimensionarli. Un’operazione non facile all’inizio, ma di semplice attuazione quando si impara a praticarla.
  3. Avere fiducia che “non può piovere per sempre”. Questa frase è una verità assoluta da tenere a mente in ogni circostanza. Ogni stato d’animo o problema o evento ha un inizio e una fine. È quella che Eric dice a Sarah, citando il verso di una sua canzone, nel film “Il Corvo”, alludendo non certo ad una condizione metereologica, ma ad una metafora di vita. È vero infatti che le cose non possono andare sempre male, non si può essere sempre sfortunati o infelici. Alla fine torna sempre il sereno, anche nelle nostre vite, per cui mai perdere la speranza che tutto abbia un’evoluzione positiva e praticare piuttosto la pazienza, non a caso definita “virtù dei forti”.
  4. Dominare le emozioni fino a renderle alleate delle nostre giornate. La tentazione di abbandonare tutto c’è sempre, ma bisogna trovare la forza di portare a termine gli incompiuti del nostro quotidiano come quelli della nostra vita. Il “fare”, a qualunque livello, dona gioia e serenità. Posso garantirlo!
  5. Sorridere, sempre, di tutto, anche di noi stessi. Non dico ridere di ciò che ci succede, che pure non sarebbe male ogni tanto, ma di sdrammatizzare e alleggerire il peso delle ingiunzioni che facciamo a noi stessi per non essere stati all’altezza o in grado di… Insomma, parliamoci chiaro! Gli errori li fanno tutti, se siamo disposti a perdonare quelli degli altri, perché non dovremmo avere uno sguardo meno severo verso i nostri?

Mettere in pratica questi cinque suggerimenti può aiutarci a ritrovare l’equilibrio quando sentiamo di averlo perduto, poi sta a noi iniziare un cammino di crescita interiore e personale in grado di farlo divenire perno di un’evoluzione più ampia.

Alcune persone hanno il coraggio di “morire”, in tutti i sensi in cui questa parola può essere declinata nel nostro linguaggio colloquiale, ma non hanno il coraggio di vivere… Pazzesco, vero?

“A volte facciamo noi le nostre scelte, altre volte la vita le fa per noi. E può accadere che comprendiamo che il momento in cui ci troviamo è stato preparato dal passato”, dice Dan Millman. Se questo è, dobbiamo ripartire da esso per cambiare la nostra vita e farla essere quell’oasi di amore e pace che meritiamo!

 

“Ho una storia triste da raccontare e una gioiosa. Alla fine ho scoperto che sono una sola, perché il dolce e l’amaro hanno ognuno la propria stagione e si alternano come il giorno e la notte, anche quando sono ormai al tramonto”.

                                                                                       (dal diario di Socrate, di Dan Millman)

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