Creatività e disobbedienza: come mettere in moto quelle capacità di te che ancora non conosci

Creatività e disobbedienza: come mettere in moto quelle capacità di te che ancora non conosci

A cura di Life Strategies

Creatività: solo per pochi eletti?

Creare è stata sempre considerata un’attività elitaria: in antichità chi svolgeva mansioni intellettuali occupava le posizioni più alte della scala sociale perché le loro conoscenze, inaccessibili a tutti gli altri, conferivano un potere esclusivo.

Pensiamo agli scribi nell’antico Egitto o andando avanti nella storia alla raffinata educazione delle classi nobiliari in epoca moderna e ai mecenati nel Rinascimento, che aprivano le proprie corti ad artisti e uomini di cultura, in modo da acquisire maggior prestigio.

creatività

E ancora: in epoca contemporanea, gli artisti hanno iniziato ad essere visti come dei ribelli che conducono vite fuori dall’ordinario, circondandosi di un alone quasi mistico. Ricordiamo, ad esempio, il concetto romantico di “poeta maledetto”, il quale tende a una dimensione superiore rispetto a quella reale o gli intellettuali che, durante i conflitti mondiali, si sono opposti alle imposizioni dei regimi, facendosi guide di intere parti di popolazione altrimenti inascoltate.
Pablo Picasso diceva che il principale nemico della creatività è il buonsenso: la cultura e la creatività sono sinonimi di coraggio, libertà ed esclusività; elementi che non tutti ritengono di possedere.

Ma ne siamo proprio sicuri?

Senza dubbio l’atto creativo è un fenomeno complesso che coinvolge numerosi elementi. Chi crea, indipendentemente dallo scopo finale, deve dimostrare di possedere competenze tecniche, affinabili col tempo e con la pratica, ma pure innate doti personali, quali l’intuizione, la sensibilità, la capacità di cogliere la giusta ispirazione e di analizzare il contesto socio-culturale in cui vive, dando forma a tutto ciò in un messaggio nel quale il pubblico si identifichi.

Stando a una simile descrizione, la creatività appare davvero come qualcosa di precluso alle persone comuni e che si rivela solo a pochi individui “illuminati”. In realtà, l’energia tipica di ogni processo creativo è racchiusa in tutti noi, perché si tratta di uno dei maggiori sistemi della nostra psiche. E adesso capiremo perché.

Il concetto di creatività e quello di scontentezza

Annamaria Testa, una delle più grandi pubblicitarie del nostro Paese, scrive che la creatività è senza dubbio legata al saper cambiare prospettiva:

“Saper cambiare prospettiva è una questione di creatività: aiuta a vedere le soluzioni nascoste dietro gli angoli”.
Annamaria Testa

Partendo dal concetto di creatività, lo scrittore e filologo Igor Sibaldi ci spiega che la parola creazione è fare qualcosa che prima non c’era, di totalmente nuovo, che non era neanche pensabile – e ciò può valere sia per l’arte sia per le idee. Creazione è aggiungere qualcosa a quello che c’era già. E, ci spiega il filologo, per creare qualcosa, qualunque cosa, non puoi essere appagato.

Una persona creativa, in questi termini, è una persona insoddisfatta, sente il profondo desiderio di aggiungere qualcosa alla realtà, perché quest’ultima – così com’è – non basta. Non dobbiamo pensare che questo concetto sia negativo, perché più volte il filologo ha parlato del lato interessante della contentezza dal punto di vista etimologico: “contento”, dal latino contentus, participio passato di continere, significa infatti “contenere”. Se siamo contenti, ci dice Sibaldi, non possiamo iniziare a desiderare qualcosa per noi, non possiamo c-r-e-a-r-e qualcos’altro.

Se io sono già contento di ciò che faccio, di ciò che sono, di ciò che vedo, di ciò che so, non posso essere creativo.

Creatività: disobbedisci a te stesso e scoprirai come mettere in moto quelle capacità di te che ancora non conosci

La chiave della creazione è proprio questa: se mi adatto, non voglio cambiare. Ecco allora che Sibaldi introduce il tema della disobbedienza. La scontentezza, intesa quindi in senso positivo, conduce a quella sana insoddisfazione che ti fa ribellare e disobbedire.

Disobbedienza e creatività procedono quindi parallelamente.

E bada bene che la disobbedienza non è quella a cui siamo soliti pensare, anarchica o alle autorità. Ma è una disobbedienza alle abitudini, alla rassegnazione, ai limiti che uno si pone senza sapere che sono limiti. Non esiste, al mondo, una disobbedienza più affascinate, drastica e potente.

Attraverso l’atto creativo, una persona può disobbedire a se stessa, al proprio passato e a tutte quelle barriere limitanti che nel tam tam nella vita quotidiana sembrano regolari. Il problema, spiega Sibaldi, è che molte persone identificano queste barriere con il destino, finendo per “rassegnarsi alla rassegnazione” (“È così, non posso cambiarlo”, “Sono così, non posso cambiare”). Invece, essere se stessi paralizza le tante possibilità creative: è un limite che frena le infinite capacità di espressione di cui tutti siamo capaci. Al contrario, la creatività è dare una svolta, prendere un’altra strada, cambiare sentiero, fare, qualche volta, una cosa controintuitiva. La bella notizia è che non è mai troppo tardi e che tutti noi abbiamo capacità creative straordinarie. Si tratta di liberarle e di farle uscire. Riuscirci richiede un metodo, tecniche e pratiche quotidiane.

Quando scoprirai i tanti modi in cui puoi disobbedire a te stesso e ampliare le tue capacità creative, comprenderai quanta poca creatività tu abbia messo finora nella vita, nel tuo modo di essere e di vivere.

Ti accorgerai dei milioni di freni che ti sei autoimposto inconsciamente nel lavoro, nel tuo modo di pensare e creare, nel modo di incoraggiarti e premiarti, nel modo di far l’amore.

Igor Sibaldi terrà numerosi corsi insieme a noi. Per scoprire tutti dettagli del prossimo appuntamento, clicca qui!

 

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