Cosa c’è dietro un desiderio? Oltre la Tecnica dei 101 Desideri

A cura di Life Strategies.

Si avvicina il Natale, che reca con sé tutta la magica atmosfera festiva. Passeggiando tra i mercatini artigianali, pochi giorni fa, qualcosa di “diverso” ha richiamato la nostra attenzione e quella di altre persone: appeso al cornicione di una bancarella di due giovani ragazzi vi era un biglietto, rigorosamente scritto a mano, che metteva in luce un aspetto non nuovo, ma di fondamentale rilevanza.

Vi era scritto che l’artigianato non è una semplice vendita di oggetti, ma di tutto quello che vi si cela dietro: la passione, il momento ingegnoso, gli sbagli, le risorse economiche, il tempo, il mettersi in discussione, le speranze e i sogni. Si tratta di una semplice e delicata manifestazione di ciò che c’è dietro la loro attività, così come dietro la realtà e i cuori di tanti lavoratori.

Un’opera non prende vita solo nella fase di progettazione e realizzazione, ma molto tempo prima: nel momento in cui la si desidera e la si immagina nella mente. Magari inizia fin da bambini o da adolescenti, quando la passione comincia ad ardere, oppure da adulti, quando il desiderio diventa così insistente e forte da farci abbandonare un cammino, lavorativo o personale, già intrapreso.

Noi che passeggiavamo tra i mercatini vedevamo solamente la parte finale di un lungo processo di introspezione e sperimentazione: accade la stessa cosa quando esprimiamo e mettiamo per iscritto un desiderio tramite la Tecnica dei 101 Desideri di Igor Sibaldi.

Come abbiamo visto in un precedente articolo, ogni tuo desiderio dovrebbe iniziare con “Io voglio”. Quel “Io voglio”, che metti nero su bianco, è solo la punta dell’iceberg di tutto ciò che esso rappresenta.

Dietro un desiderio, esattamente come il prodotto artigianale di quella bancarella natalizia, si cela un mondo. Quando Vuoi davvero, stai comunicando all’Universo che esiste qualcosa che, in quel momento, nella tua vita non c’è. E magari è una cosa che desideri da quando sei bambino, o che hai cominciato a volere una volta divenuto grande, legata a una perdita, a una voglia di rivincita, a un senso di appartenenza.

Un desiderio non è mai un desiderio di per sé, isolato: è come se una parte di te, quella parte che soffre, arde di passione, vive di speranza, fosse racchiusa al suo interno.

Oltre i 101 Desideri

Proprio perché dietro il potente atto di desiderare si celano meccanismi inconsci e profondi, in tutti questi anni, Igor Sibaldi non ha mai smesso di studiare. Recentemente, le sue ricerche hanno indagato e individuato che cosa ci proibisce di desiderare e quali sono i limiti dei nostri desideri, approdando verso una vera e propria evoluzione della Tecnica dei 101 Desideri, che avremo la possibilità di conoscere nei suoi seminari.

Ad esempio, quello che in molti non sospettano è il sentimento che dovresti provare quando desideri. Per mettere a punto la Tecnica dei 101 Desideri non devi essere contento.

«Ma come?» Ti dirai. «Mi hanno sempre detto che bisogna essere contenti, che il pensiero positivo è la chiave giusta per affrontare ogni cosa nella vita…»

Sibaldi ha già spogliato il termine “contento” di tutti i suoi connotati sbagliati, donandogli di una luce nuova:

Contento viene dal latino “continere” che significa trattenere: se sei contento sei trattenuto. Se sei contento sei tagliato fuori. Se sei contento sei già rassegnato.”

La rassegnazione fa star male e non ti conduce all’atto di desiderare, in quanto ci sono degli elementi ostativi che Sibaldi ha individuato.  Questi elementi sono: le Promesse, i Giuramenti e il Rancore.

  • La Promessa: è quell’impegno che hai preso volontariamente tempo fa. Ad esempio: “Amico mio, non ti abbandonerò mai.” Hai mai pensato a quanti desideri possono morire sul nascere a causa di una promessa che vuoi mantenere?
  • Il Giuramento: a differenza della Promessa, non l’hai voluto tu, ma ti è stato imposto. Ad esempio: “Noi saremo amici per sempre”. Il giuramento può anche riguardare qualcosa di imposto: (“Dimmi che saremo amici per sempre”).
  • Il Rancore: secondo Sibaldi, è la rabbia inespressa, quella di cui non ci siamo liberati. La parola rancore ha la stessa radice di rancido, essere acido, guasto: quando la rabbia viene trattenuta, inizia a produrre un sentimento marcio nel nostro interno. Il rancore, per Sibaldi, va disattivato.

Ricordati dell’importanza di ogni termine, stato d’animo, freno psicologico che scegliamo di utilizzare perché, per dirla con le parole dello stesso Sibaldi:

“Ogni desiderio che riusciamo ad esprimere è una sorta di premonizione: non è il frutto della nostra fantasia ma l’anticipazione di una nuova occasione che sta venendo verso di noi.”

Ora sta a te indagare il tuo cuore e capire se vuoi concederti o meno questa nuova occasione!

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