Per essere felice devi imparare a bastare a te stesso!

felice

Quando tutto sembra sfuggire al nostro controllo, non sempre siamo in grado di affrontare la vita con lo spirito che vorremmo.

Stati di ansia e preoccupazione, come pure l’insorgere improvviso di un problema, fanno saltare l’ordine delle cose, fino a darci l’impressione di aver perso il controllo totale della nostra esistenza.

Mi capita sempre più frequentemente di incontrare persone che colgono l’occasione di una chiacchierata per confidare la difficoltà a tenere insieme tutto: lavoro, famiglia, figli…

Donne e uomini, ma anche giovani e giovanissimi, sempre più fragili e soli al cospetto dell’esistenza.

Tempo fa chiesi ad un’amica in difficoltà se avesse un angolo di mondo tutto suo in cui rifugiarsi per ritrovare la forza e il coraggio che aveva perso.

Ce l’hai un “orticello” da cui attingere la serenità necessaria a guardare le cose da un’altra prospettiva? Un posto che idealmente ti faccia provare la sensazione di bastare a te stessa?

orticello

Ci sono persone che definiamo “solitarie” perché felici di stare sole. Considerarle tali, il più delle volte, sa di giudizio, condanna…come se una vita sana fosse quella in cui ci si divide di continuo tra un impegno e l’altro, possibilmente fuori casa.

Succede che si faccia il pieno di incombenze, faccende di poco conto e responsabilità, o che ogni occasione sia buona per stare in mezzo ad altra gente, che perfino le mille occupazioni dei figli oltre la scuola, siano un modo per far socializzare i genitori e metterli nella condizione di divagare dopo il lavoro.

Ma perché non insegniamo ai bambini ad annoiarsi? Perché non li mettiamo nella condizione di sviluppare creatività? E sì perché quando non hai nulla di programmato ti inventi un nuovo gioco, leggi un libro, impari a stare con te stesso…

bambino, libro

 

Io, quando ero bambina, ho trascorso tante estati da sola in città. I miei lavoravano e, a parte una breve vacanza di due settimane, non potevano certo partire. I miei amici e compagni di scuola se ne andavano quasi tutti. Molti avevano una seconda casa di villeggiatura e se ne andavano a giugno, dopo la fine della scuola, per ritornare a settembre. Non c’erano “campi estivi”, ludoteche o altre attività che potessi fare con i pochi che restavano, ma mi divertivo anche da sola. Tra i giochi che organizzavo ce ne erano alcuni improvvisati, ma belli, che mi hanno lasciato tanti ricordi, anche da condividere con mia sorella, che doveva prestarsi, suo malgrado, ad essere mia “sponda” in tante mirambolesche avventure. Come quella, tra le mie preferite, in cui andavo a prendere gli avanzi di stoffa che la nonna (sarta per tutta la sua vita) metteva da parte quando smetteva di cucire e adattarli ai nostri corpicini di bimbe, ai quali venivano prontamente legati con spille da balia, per trasformarsi in fastosi abiti da “principesse”, con cui sfilavamo per casa rappresentando la vita di una corte reale europea del settecento. Gli spunti ce li davano le storie dei film della serie “Sissi”, che rievocavano la vita di Elisabetta di Baviera divenuta imperatrice d’Austria e che ormai conoscevamo a memoria, tante erano le volte in cui li avevamo visti in tv.

bambina

Imparare a stare soli dovrebbe essere lo scopo educativo di ciascuno di noi.

Essere adulti vuol dire occupare il tempo libero con attività che rendono felici, ma per capire cosa ci renderebbe davvero felici dobbiamo avere spazi tutti nostri per comprenderlo e assaporarlo, a poco a poco. Il primo passo da compiere è dunque la conoscenza di sé, soprattutto da bambini, quando siamo capaci di imparare qualunque cosa, anche a vivere!

Ma torniamo alla domanda iniziale. Ce l’hai un “orticello” tuo e soltanto tuo in cui rifugiarti quando ti senti affaticato o quando vuoi semplicemente stare in pace con te stesso?

L’”orticello”, come amo definirlo, è un qualcosa che, quando lo facciamo, ci fa dimenticare di qualunque realtà sia rimasta fuori. Un’oasi di serenità, se vogliamo definirla così.

“Trova la pace dentro di te e nessuno potrà mai sconfiggerti”, recita la massima di un libro di Dan Millman “I viaggi di Socrate”. Parole sagge, pronunciate da un grande maestro al suo apprendista.

Le ho fatte mie leggendo uno dei libri che ha scritto, forse il più bello di tutti.

Vi si narra la vera storia del “guerriero di pace”, Socrate, che nel libro “La via del Guerriero di Pace” (il primo e più popolare scritto da Millman), era l’enigmatico maestro di Dan.

I viaggi di Socrate

Questo libro, scritto sulla scia del successo editoriale del primo, è un’opera da far propria con il cuore aperto ad ascoltare il grande messaggio che contiene ed è tra i più avvincenti che abbia mai letto.

Nella storia di Socrate, personaggio realmente esistito, c’è il fulcro di sentimenti umani che ciascuno di noi ha provato o è in grado di provare nella propria vita, per questo è un libro la cui lettura consiglio a tutti.

La pace interiore da ricercare è un’arma potentissima. Se hai mai combattuto una qualche battaglia, sai che la vittoria arriva quando sei sufficientemente distaccato e per niente interessato al suo esito.

Bisogna, in qualche modo, raggiungere quella perfetta armonia dell’anima derivante dalla liberazione dalle passioni, che gli antichi greci chiamavano atarassia, letteralmente “assenza di agitazione”.

“Ogni giorno è un nuovo giorno…non si può fare altro che rimanere consapevoli e dare il meglio di sé”.  Dan Millman

La via del guerriero di pace è un percorso greve e disciplinato, che non tralascia, tra i suoi insegnamenti, l’etica e la pazienza verso gli obiettivi che si è scelti di realizzare.

Socrate impara la via dal suo maestro Serafim. Condivide con lui lo spazio della vita monastica, si abbandona ai suoi precetti, con la gratitudine e l’amore di un bravo discepolo. Le parole di Serafim, sempre acute e piene di significato, penetrano nella sua mente, ma anche nel suo cuore…

“L’addestramento non finisce mai”, dice, “continua ad evolvere, a seconda degli obiettivi”.

Come qualunque percorso di crescita personale incontra lungo il suo cammino delle difficoltà, ma superarle tutte consente di acquisire abilità che non si pensava di poter mai possedere.

“Il vero tesoro è interiore”.

Lo si può coltivare solo allontanandosi dai rumori della quotidianità. La vera felicità non ha bisogno di nessun altro, solo di noi stessi.

“I talenti si nutrono nella solitudine, ma il carattere si forma nelle tempeste del mondo”.  Johann Wolfgang Goethe

“Da giovane pensavo che la vita si potesse svolgere secondo le mie speranze e le mie aspettative. Ora so che la Via si snoda come un fiume, sempre mutevole, sempre avanti, sempre attratta verso Dio, verso il Grande Oceano dell’Essere. I miei viaggi mi hanno fatto capire che è la Via stessa che forma il guerriero, che ogni cammino conduce alla pace e ogni scelta alla saggezza. E che la vita nasce e nascerà sempre dal Mistero”.

                       Dal “Diario di Socrate”

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