Il futuro è incerto e imprevedibile per definizione, ma quando “decidi” lo “credi” certo

A cura di Life Strategies

“Il futuro dell’individuo non esiste: certamente c’è, nel senso che tutti noi abbiamo del tempo da vivere, ma fino a quando non diventa presente non assume alcuna forma percepibile, né nell’Aldiquà, né nell’Aldilà; ed è facile capire perché: l’individuo dispone, in ogni istante della sua vita, di possibilità di scelta illimitate e, dunque, imprevedibili; sul comportamento dei gruppi influisce un’inerzia che è tanto più grande quanto più il gruppo è numeroso.”

 da Vocabolario. Le parole dei mondi più grandi, di Igor Sibaldi

Decidere ha origine dal latino decīdĕre, comp. di de– e caedĕre «tagliare», propr. «tagliar via».

Quando decidiamo se andare a una festa, possiamo avere più opzioni, pure contrastanti, ma quando “decidiamo” di farlo, ci prepariamo a svolgere l’azione di andarci.
Quando “decidiamo” una possibilità, tagliamo via tutte le altre. Ciò non toglie che, se non ci dovesse piacere quella festa, saremmo liberi in ogni attimo di “decidere” di andarcene, cambiando il destino della serata.

Prendiamo delle decisioni riguardanti il futuro, che di per sé è qualcosa che possiamo sì immaginare e tentare di prevedere, ma che sarà un susseguirsi di eventi che non dipenderanno tutti e totalmente dalle nostre decisioni. Ci poniamo nei riguardi delle decisioni come se il futuro, sconosciuto per definizione, fosse stabile, sicuro e certo, pur sapendo benissimo che così non è. È come se la nostra mente si impegnasse a spruzzare la lacca sul futuro, considerandolo solido e fisso, quando in realtà varia di istante in instante, con tutte le imprevedibili conseguenze.

Il futuro potrebbe rivelarsi più promettente di quanto immaginiamo, non solo pieno di preoccupazioni, come pensiamo in periodi di crisi interiore, relazionale, lavorativa e socio-economica come quello attuale.

Il Valore delle decisioni grandi e piccole

Se ci fermassimo un attimo a riflettere sui nostri atteggiamenti di fronte al futuro, ci apparirebbero quasi bizzarri.

Per esempio, quando con razionalità e nitidezza immaginiamo il futuro di un figlio chiamato a scegliere un corso di studi, consideriamo importante questa decisione, in quanto determinante per la sua vita. In realtà, nella vita del ragazzo interverranno esperienze, persone, passioni, amori, lavori, situazioni, necessità, viaggi. Si genereranno cambiamenti di situazioni e di gusti che lo porteranno a nuove decisioni (per sua stessa volontà oppure indipendentemente dalla essa) che potrebbero portarlo lontano da quella iniziale.

Viceversa, piccole decisioni, come quella di fare la spesa, può portarci a vivere eventi inaspettati e a incontrare persone che condurranno a grandi cambiamenti della nostra vita.

Ogni decisione che prendiamo, grande o piccola che sia, è sempre importante, per gli effetti che può produrre.
Il valore di una decisione che può sembrare piccola per noi, poco “utile”, se considerata con la nostra e l’altrui razionalità, può essere simbolica, nel senso che può fare da ponte per future decisioni. Purtroppo spesso questa potrebbe inizialmente essere svalutata ingiustamente dai nostri stessi occhi e da quelli degli altri, che potrebbero sconsigliarcela, impedendo una successiva sequenza virtuosa.

Gli inganni del ragionamento

La mente tende a economizzare la sua energia, e lo fa anche quando prende decisioni. Ai fini di avere un maggior controllo sugli eventi, la mente crea strutture e schemi, prevalentemente basati sulla ripetizione del passato e del presente. Si tratta di schemi a cui “crediamo”, ma che in realtà non sono validi, perché il futuro non è necessariamente un ripetersi del presente oppure del passato.

Costelliamo i nostri percorsi decisionali di euristiche, di cui fanno parte i bias cognitivi, che è importante conoscere e saper riconoscere durante il percorso decisionale, così da poterli smascherare ed evitare, per prendere decisioni migliori.

Un esempio eclatante è la convinzione che il passato si ripeta nel futuro, che la situazione attuale di ciascuno sia migliore di qualsiasi situazione futura, e che le informazioni in nostro possesso, seppur parziali, siano sufficienti per decidere.

Queste sono distorsioni e illusioni in cui “crediamo”. “Facciamo finta che” siano vere per semplificare le nostre decisioni e rimanere nella zona di comfort, allontanando la paura dell’ignoto e del cambiamento, ignoto che in realtà non sarà necessariamente peggiore del presente e del passato.

Bisogna apprendere come far cadere questi schemi distorti sulla realtà e le proprie maschere, di bellezza o di bruttezza, cioè le valutazioni per eccesso oppure per difetto delle proprie capacità.

Chi decide dentro di noi?

Le decisioni adesso, rispetto ai tempi passati, si fanno sempre più articolate a causa della quantità delle scelte possibili, per l’abbondanza delle informazioni reperibili e degli impegni in essere, e per la numerosità delle variabili ambientali e geopolitiche, prevedibili e imprevedibili.

Oggi le decisioni sono ancora più complicate, per i continui cambiamenti in corso scaturiti dagli scossoni socioeconomici, che generano ripercussioni.

Tendiamo a focalizzare maggiormente la nostra attenzione sulle variabili provenienti della realtà esterna: in amore ci focalizziamo sull’altra persona, nelle scelte lavorative ci focalizziamo sulla situazione dell’azienda e del mercato. Poniamo sempre meno attenzione agli elementi interni, perché li crediamo fissi e immodificabili (sono fatto così): per di più, essi sono influenzati dalle componenti inconsce, le più insidiose perché invisibili, nascoste tra le nostre ombre e derivanti da condizionamenti del passato.

Le nostre scelte sono determinate dal nostro copione di vita, diremmo con le parole di Eric Berne, che è il risultato di un negoziato tra le componenti della personalità, l’Io, e i nostri vissuti e traumi.

L’identità si forma grazie al rispecchiamento nelle figure di accudimento, il mirroring: quello che crediamo di essere (l’idea di sé) viene influenzato dall’esterno. Allora, se ci hanno abituati a sentirci incapaci di fare qualcosa, se ci hanno scoraggiato, se non abbiamo trovato persone che ci restituiscono la fiducia in noi stessi, come faremo a prendere decisioni che richiedono capacità maggiori e decisioni in grado di renderci più felici?

Daremo molte risposte a questa importante domanda nel prossimo corso con Igor Sibaldi,a Milano e online. Per saperne di più clicca qui!

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