È ora di voltare pagina per varcare la porta del futuro

Qualche volta capita di non curarsi dei sogni notturni, eppure quasi sempre ci parlano di noi, di ciò che siamo e vogliamo davvero. Sono un’interessante fonte di informazioni sul nostro mondo interiore, che quasi mai è privo di pensieri o sentimenti rispetto al tempo che viviamo.

Qualche sera fa un’amica carissima, raccontandomi come aveva iniziato il nuovo anno, mi ha parlato di un sogno ricorrente che agita i suoi sonni da molte notti.

La scena che mi ha descritto è sempre la stessa, nella sostanza. Anche se muta lo sfondo o le persone che il sogno coinvolge sono diverse, la sequenza delle immagini le mostrano ogni volta una casa dai contorni non ben definiti e un uscio, dal quale si sente fortemente attratta.

Nella visione, dopo aver camminato a lungo, i passi, veloci e affaticati, la conducono al di là di quel varco, che pure sembrava inaccessibile, ma una volta fuori, dinanzi ai suoi occhi, c’è un’altra strada da fare e un altro confine, delimitato, questa volta, da un cancello in ferro battuto con spuntoni altissimi, che sembrano inarrivabili.

Al cospetto dell’ennesimo cancello chiuso, il sogno si interrompe, lasciando in lei, ormai desta, una strana sensazione di incompiutezza.

Il racconto, se pur inserito in una conversazione più ampia, ha trovato nella mia curiosità una facile preda. Di lì a poco ero già a digitare sulla tastiera, per leggere, da qualche parte, il significato di quel che avevo appena sentito.

Non è mai troppo difficile comprendere le paure delle persone che amiamo e forse quel racconto, inserito tra i tanti degli anni della nostra amicizia, non era di così complicata interpretazione. Eppure valeva la pena analizzarlo a fondo, visto che, al di là delle singole storie di provenienza, siamo tutti, ad un certo punto della vita, dinanzi al portone chiuso dei nostri confini mentali.

Il cancello è un simbolo che ha anche, secondo Jung, un significato spirituale, in quanto rappresenta un transitare da uno stato mentale ad un altro e la possibilità di superare le barriere che ci impediscono di realizzare chi siamo e cosa vogliamo diventare.

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È incredibile quanto il linguaggio di certi sogni ci urli il senso del nostro vivere! Stando all’interpretazione più comune, uscire da una casa per andare all’aperto indica, già di per sé, il bisogno di aprire la mente a nuove prospettive. Il cancello in tal senso non è solo una porta d’accesso. Raffigura un passaggio di crescita, la certezza che solo attraversandolo si potrà essere felici.

Voltare pagina e varcare la porta del futuro richiede coraggio e il coraggio lo possiamo imparare.

Nel momento in cui comprendiamo ciò che ci sta accadendo, si mettono in moto forze straordinarie.

Se hai letto La Profezia di Celestino, un libro incredibilmente bello scritto da James Redfield nel 1993 e ancora oggi tra i più apprezzati dai lettori di tutto il mondo, sai che la vita è una rivelazione “seducente e magica”. La trasformazione inizia, secondo l’autore, nel momento esatto in cui avvertiamo un profondo senso di irrequietezza. La stessa che si sprigiona quando cosa facciamo non coincide con chi vorremmo essere. Sono quelli, scrive Redfield, “momenti della vita che ci sembrano in qualche modo diversi, più intensi e carichi di ispirazione”, per questo ci conducono sempre lontano, in un tempo e un luogo dove mai avremmo pensato di poter vivere, ma che pure diventano, a poco a poco, la nostra vita stessa.

Nel racconto del sogno, laddove l’arrivo dinanzi ad un cancello chiuso sembrava precludere ogni altra strada verso l’uscita dalla propria condizione mentale ed emotiva, appare tuttavia, al di là degli spuntoni di ferro, l’orizzonte.

Quanti orizzonti appaiono al cospetto del nostro campo visivo, che non sappiamo abbracciare perché privi della forza necessaria ad abbattere le catene del pregiudizio e delle nostre convinzioni limitanti. Quante volte trascuriamo i segnali che arrivano dal nostro IO più profondo e pretendiamo di decodificare con la mente ciò che solo il cuore può comprendere.

Per attingere al meglio dall’energia trasformativa dei nostri sogni (anche di quelli ad occhi aperti), occorre provare a mettere da parte il passato e fare un passo verso il futuro.

Due mondi così distanti tra loro, uno legato ai ricordi e un altro proteso verso ciò che verrà, non possono coabitare dentro di noi senza causare infelicità.

Rileggendo La Profezia di Celestino, in vista dell’incontro a tu per tu con James Redfield, ho avuto anche io un’illuminazione. Non una di quelle indicate da lui nella storia, ma un’altra, altrettanto profonda e potente.

Il ritmo della vita è talvolta troppo veloce per permetterci di coordinare lucidamente le idee che abbiamo rispetto a cosa fare, dove andare, quali interessi seguire e le risposte che cerchiamo sono, il più delle volte, nei sogni, negli incontri, nelle coincidenze che si presentano lungo il viaggio verso la nostra nuova esistenza.

La domanda delle domande, per dirla con lo stesso Redfield, è la seguente: “hai mai avuto un presentimento o un’intuizione a proposito di qualcosa che volevi fare, di un cambiamento che volevi imporre alla tua esistenza, senza sapere come metterlo in pratica?”.

Nasce dall’esigenza interiore, mia e del gruppo di persone che lavorano in Life Strategies, di scoprire qual è il mistero che circonda la nostra vita, svelandone a poco a poco i tratti che lo rendono capace di fecondare il nostro mondo interiore.

Nelle prossime settimane ti racconterò un po’ di più su questo viaggio che ho deciso di intraprendere.

Oggi ti lascio con questa considerazione che Redfield fa ad un certo punto del libro, sicura che anche tu, come me, sappia quanto sia importante non essere soli nei momenti di passaggio da una fase all’altra della vita.

…e poi, dopo che te ne sei quasi dimenticato concentrandoti su altre cose, improvvisamente incontri qualcuno, leggi qualcosa o finisci in un posto che ti conduce proprio a quella stessa opportunità che avevi immaginato…”, allora è tempo di volare, di fare nuovi pensieri, di abbracciare l’orizzonte delle speranze e delle aspettative che hanno alimentato la nostra vita per trasformarle in realtà.

Sara Pagnanelli
Fondatrice e Vice Presidente Life Strategies

Sara Pagnanelli, Fondatrice e Vice Presidente Life Strategies

 

 

 

 

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